Tecnologie EnergiaUn aereo solare farà il giro del pianeta nel 2015
Solar Impulse, l'aereo solare farà il giro del pianeta nel 2015. Ecco come funziona
di Gianluigi Torchiani | 9 aprile 2014
Chi è disposto a salire a bordo di un aereo senza carburante? Messa in questi termini, probabilmente nessuno, eppure nel 2015 c'è chi tenterà questa impresa, facendo il giro del globo su un aeroplano alimentato esclusivamente a energia solare. Dietro a questo progetto a prima lettura a dir poco avventuroso c'è un'iniziativa piuttostoseria che va avanti da numerosi anni, denominata Solar Impulse, avviata dagli elvetici Bertrand Piccard e André Borschber, con dietro multinazionali del calibro di Abb, Omega, Schindeler e Solvay.
Piccard, autore di un giro del mondo in mongolfiera alla fine degli anni 90, si è appassionato all'idea di un aereo senza carburante e ha trovato la collaborazione dell'ingegnere Borschber, dando vita al progetto, che all'inizio era logicamente accolto con molto scetticismo se non ilarità (i fondatori hanno ricordato di essere stati paragonati a Dumbo, il celebre elefante volante del cartoon Disney). Dopo anni di sperimentazioni e l'avvio di importanti partnership, nel 2009 è stato presentato un prototipo, il Solar Impulse I, che nel 2010 è diventato il primo aereo solare della storia capace di compiere un volo notturno, volando ininterrottamente per oltre 26 ore, a un'altezza di oltre 9.000 metri. Dopo questo successo, ingegneri e studiosi si sono rimessi al lavoro e lo scorso 9 aprile è stata presenta la seconda versione di Solar Impulse, che si propone non soltanto di essere un laboratorio volante ma un vero e proprio vettore capace di compiere viaggi a lunga distanza. L'aereo non è certo piccolo, anzi è più grande e pesante della versione precedente (apertura alare di 72 metri, peso di circa 2,3 tonnellate) e, soprattutto, è alimentato da circa 17.000 celle solari. Quello che consente al vettore di viaggiare anche di notte è un sistema di batterie che immagazzina l'energia prodotta durante il giorno e la destina ai motori elettrici.
Un punto, quello dello storage, che è cruciale per lo sviluppo del fotovoltaico a lungo termine e che spiega anche l'interesse per il progetto dei big che operano nel mondo dell'energia e dello storage, come Abb e Schindler. Rispetto al prototipo, Solar Impulse II è dotato di una cabina un po' più ampia (3.8 m3), così da consentire ai piloti di distendersi completamente e riposarsi durante il viaggio, che dovrebbe durare circa cinque giorni (almeno 120 ore consecutive), anche perché la velocità di crociera – logicamente – non può essere paragonabile a quella dei vettori tradizionali, ma sarà intorno ai 140 km orari. Inoltre, piogge e nuvole non dovrebbero compromettere più di tanto le performance e le prestazioni dell'aereo, con i motori che promettono un'efficienza del 94%. Ora all'aereo aspettano un altro anno di test e simulazioni, poi il viaggio vero e proprio dovrebbe avere inizio nell'aprile 2015, con partenza probabilmente dal Medio Oriente. Ma qual è il fine di questo (costoso) progetto? Oltre all'aspetto di avventura e scoperta, messo in luce dai due fondatori che si sentono eredi delle grandi imprese che hanno fatto la storia dell'aviazione, c'è quello della sostenibilità.
Il trasporto aereo, come noto, è uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2 e, nonostante i tentativi di rendere più ecologici i carburanti utilizzati (in particolare con l'impiego dei biocombustibili), l'aumento dei voli a livello internazionale rischia di moltiplicare gli effetti negativi per l'ambiente. Una missione come quella di Solar Impulse II, che mette sotto grandissima pressione tecnologie e soluzioni, può aiutare a sviluppare un'alternativa a lungo termine e, molto probabilmente, è anche suscettibile di ricadute più immediate per la tecnologia solare a terra.