Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2011 alle ore 11:06.

My24
L'inflazione di Eurolandia balza al 2,4 per cento (Corbis)L'inflazione di Eurolandia balza al 2,4 per cento (Corbis)

Sale, come da attese, l'inflazione in Italia. A febbraio, secondo i calcoli provvisori dell'Istat, l'indice dei prezzi al consumo si è attestato al 2,4 per cento, con una crescita dello 0,3% rispetto a gennaio. È il valore più alto dal novembre 2008, quando era stato toccato un livello più alto (2,7%). Sul dato hanno pesato gli aumenti dei beni alimentari e dei carburanti.

La crescita è più alta di quanto si attendevano diversi operatori. «I prezzi al consumo calcolati sulla misura nazionale sono visti in crescita dello 0,2% mese su mese», scriveva Intesa Sanpaolo che aggiungeva: «L'inflazione annua, invece, è vista in accelerazione al 2,2% da 2,1 per cento».

Come difendere i propri risparmi dall'inflazione (di Vittorio Carlini)


I dettagli sull'inflazione in Italia
In particolare, il balzo all'insù è stato provocato dai prezzi degli energetici non regolamentati, saliti dell'1,2% su mese e del 14,6% su anno. Sui dodici mesi, la benzina cresce dell'11,8% e il gasolio del 18 per cento. Rispetto al primo mese del 2011, invece, il prezzo della benzina sale dello 0,8% e il gasolio dell'1,1 per cento.

Il costo della vita in Eurolandia...
Lo scenario italiano si replica in Europa. A dar retta alle previsioni di Eurostat, lo scorso febbraio l'indice dei prezzi al consumo di Eurolandia è salito a quota 2,4% contro il 2,3% di gennaio. Le stime sull'anno, quasi giocoforza, sono state riviste al rialzo. In media, nel 2011, il caro-vita si attesterà al 2,2 per cento.

...e gli obiettivi della Bce
Si tratta di un valore che è al di sopra dei target della Bce, che vuole l'nflazione inferiore ma prossima al 2 per cento nel medio periodo . Il che ripropone il tema, da parte di Eurotower, del rialzo dei tassi. Si sa infatti, che la Banca centrale europea, chiaramente influenzata dalla cultura teutonica per la disciplina e il rigore di bilancio, è molto più sensibile al costo della vita di quanto non lo sia la Fed statunitense. Nel 2008, Jean Claude Trichet, sbagliando clamorosamente il timing nella gestione dei tassi, decise per un rialzo del costo del denaro. Una mossa che, visto il credit crunch diffuso dagli Stati Uniti, fu costretto a abiurare di lì a poco.

Le stime sulla crescita
Dall'inflazione alla, seppure non così forte, crescita il passo è breve. Su questo fronte, la Commissione europea ha rivisto in lieve rialzo le previsioni di crescita economica nell'area euro. Nel 2011 il Pil di Eurolandia dovrebbe salire dell'1,6 per cento. In precedenza, cioè il novembre scorso, la Commissione indicava il Prodotto interno lordo del 2011 (targato Ue) in crescita dell' 1,5 per cento. Un miglioramento delle prospettive, indica Bruxelless, che trova riscontri in un quadro globale rafforzato e nel recupero di fiducia tra le imprese. Anche se «l'incertezza resta elevata e gli sviluppi tra paesi diseguali».

L'Italia crescerà di meno rispetto ai big d'Europa...
Già gli sviluppi diseguali: tra questi purtroppo c'è l'Italia. Per la Commissione Ue il nostro Pil potrebbe salire dell'1,1 per cento. Per Bruxelles, «una ripresa moderata che continua a essere trainata dall'esportazione». Rispetto a Germania, Francia, Olanda e Spagna, siamo il solo paese in cui la crescita non migliora rispetto alle stime di novembre.

...ma nel 2010 migliora il dato finale
Guardando, invece, al passato secondo l'Istat il 2010 tricolore si chiude con una crescita della ricchezza interna lorda dell'1,3 per cento. Il dato è migliore di quanto previsto dal governo che nella decisione di finanza pubblica aveva indicato una salita dell'1,2 per cento. «Con la bussola giusta, con i piedi per terra un passo dopo l'altro, gli italiani e l'Italia stanno andando nella giusta direzione», ha commentato il ministro del Tesoro Giulio Tremonti.

Migliora il rapporto Defici/pil
Ma non è solo Pil. L'istituto di statistica nazionale ha anche pubblicato i numeri sul deficit e sul debito pubblico. Sul fronte del rapporto deficit/pil, nel 2010, il numero è stato pari al 4,6 per cento, valore inferiore a quello (5,4%) registrato nell'anno precedente. In crescita, al contrario, il rapporto Debito-Pil. Secondo l'Istat, si è attestato al 119% del Prodotto interno lordo. Si tratta di circa tre punti in più rispetto all'ultima stima che dava il rapporto nel 2009 al 116,1 per cento. I due numeri hanno, ovviamente, una lettura differente rispetto al consensus di mercato: sul disavanzo, «le nostre stime indicavano il 5% del Pil», scrive Intesa Sanpaolo. Quindi la realtà sembra meglio delle previsioni. Discorso opposto, invece, per il debito «che era visto al 118,6% del Pil». Qui gli economisti di Ca 'de Sass erano troppo ottimisti.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi