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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 18:29.
CAMBRIDGE – Il nuovo piano quinquennale della Cina avrà implicazioni importanti per l’economia globale. L’elemento chiave è dato dallo spostamento della politica ufficiale dalla massimizzazione della crescita del PIL, all’aumento del consumo e al miglioramento dello standard di vita del lavoratore medio. Sebbene questo passaggio derivi da considerazioni di carattere nazionale, potrebbe avere un impatto significativo sui flussi di capitale ed i tassi di interesse a livello globale.
Il tasso elevato di crescita del PIL della Cina nell’ultimo decennio ha, ovviamente, portato ad un aumento dei redditi reali di centinaia di milioni di cinesi, in particolar modo dei residenti nelle aree urbane e nelle aree circostanti. Inoltre, anche i fondi che i lavoratori urbani inviano ai parenti operanti nel settore agricolo hanno contribuito ad alzare lo standard di vita.
Ma i redditi reali ed il consumo sono aumentati con tempi molto più lenti rispetto al PIL totale della Cina. Gran parte dei profitti derivanti dalla crescita del PIL sono andati alle aziende statali che hanno rafforzato di conseguenza il loro monopolio, mentre una percentuale importante della produzione cinese viene destinata all’estero. Le esportazioni sono infatti superiori alle importazioni tanto da aver contribuito alla creazione di un surplus di conto corrente superiore a 350 miliardi di dollari nel corso dell’ultimo anno.
La Cina si prefigge ora di aumentare il tasso di crescita relativo degli stipendi reali e di incentivare il consumo. Vi sarà un’enfasi maggiore sull’espansione delle industrie del servizio e minore sul settore manifatturiero, mentre le aziende pubbliche dovranno forzatamente distribuire una percentuale maggiore dei loro profitti. L’aumento del valore del renminbi spingerà i produttori a spostare la focalizzazione dai mercati di esportazione alla produzione per il mercato interno. Il governo, a sua volta, aumenterà la spesa sugli alloggi per i redditi inferiori ed amplierà i servizi sanitari.
Tutti questi aspetti comporteranno una riduzione dei risparmi a livello nazionale ed un aumento della spesa dei nuclei familiari e del governo cinese. Attualmente la Cina registra il tasso più elevato di risparmio a livello mondiale, pari probabilmente quasi al 50% del suo PIL: elemento essenziale sia a livello nazionale che globale in quanto è in grado di mantenere stabile il surplus del conto corrente cinese.
Un paese (come la Cina) che risparmia di più di quanto investe in attrezzature e strutture dispone di prodotti extra da esportare quale surplus del conto corrente. Per contro, un paese che invece investe più di quanto risparmia (come gli Stati Uniti) deve coprire la differenza aumentando il livello di importazioni dal resto del mondo rispetto alle esportazioni. Infine, se da un lato un paese con un surplus di conto corrente dispone dei fondi per elargire prestiti e fare investimenti nel resto del mondo, dall’altro un paese con un deficit di conto corrente deve finanziare il suo divario esterno prendendo prestiti dal resto del mondo. Nello specifico, l’equilibrio del conto corrente di un paese corrisponde esattamente alla differenza tra i suoi risparmi a livello nazionale ed i suoi investimenti.
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