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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 18:29.

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La pianificata riduzione dei risparmi cinesi comporterà quindi una diminuzione del surplus attuale del conto corrente cinese, e, di conseguenza, della sua capacità di prestito agli Stati Uniti e ad altri paesi. Qualora la nuova enfasi sull’aumento del consumo dovesse ridurre il tasso di risparmio cinese del 5% rispetto al suo PIL, la Cina manterrebbe comunque il tasso di risparmio più elevato a livello mondiale, ma la perdita di cinque punti percentuali comporterebbe tuttavia l’eliminazione del surplus del suo conto corrente. Se da un lato ciò potrebbe non succedere, dall’altro potrebbe invece già verificarsi entro la scadenza del piano quinquennale.

Nel caso in cui si verificasse tale contesto, l’impatto sul mercato capitale globale sarebbe enorme. In assenza di un surplus di conto corrente, la Cina non potrebbe più essere, infatti, un acquirente netto dei bond del governo statunitense e di altri titoli stranieri. Inoltre, se il governo e le aziende cinesi vogliono continuare ad investire in risorse petrolifere all’estero e nei business stranieri, la Cina dovrà in tal caso vendere le obbligazioni in dollari o altre forme di debito sovrano dal suo portafoglio, con il risultato di tassi di interesse elevati per le obbligazioni statunitensi ed altre obbligazioni in tutto il mondo.

L’aumento dei tassi di interesse dipenderà anche da come si evolverà l’andamento dei risparmi e degli investimenti degli Stati Uniti nello stesso periodo di tempo. Dal 2007 il tasso di risparmio dei nuclei familiari statunitensi è aumentato di circa il 3% del PIL, così come sono aumentati i risparmi aziendali. Tuttavia, l’insorgere del deficit statale ha assorbito tutti i risparmi extra e non solo.

In effetti, l’unica ragione per cui il deficit del conto corrente americano risultava inferiore nel 2010 rispetto agli anni precedenti è data dal fatto che gli investimenti nel settore immobiliare ed edile in generale sono diminuiti vertiginosamente. Se la domanda immobiliare in America dovesse aumentare e le aziende decidessero di intensificare i loro investimenti, un eventuale scontro tra il tasso di risparmio inferiore cinese ed un deficit fiscale elevato protratto negli USA potrebbe portare ad un aumento consistente dei tassi di interesse globali.

Martin Feldstein, professore di economia presso l’Universitò di Harvard, è stato Presidente del Consiglio dei consulenti economici durante la presidenza di Ronald Reagan ed ex Presidente del National Bureau for Economic Research.

Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgPodcast in inglese a quest’indirizzo:Traduzione di Marzia Pecorari

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