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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 07:44.

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L'Europa accelera sulle Pmi (Imagoeconomica)L'Europa accelera sulle Pmi (Imagoeconomica)

Norme anti-burocrazia, facilitazioni per l'accesso al credito, defiscalizzazioni, sostegno all'autoimprenditoria, ai giovani e alle attività di ricerca, procedure fallimentari meno punitive. È solo una parte del menu di interventi a sostegno delle piccole e medie imprese messo in cantiere, anche con recenti iniziative di legge, dai principali Paesi europei.
Nel confronto con Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, emerge in alcuni casi il ritardo dell'Italia che pure sta provando a recuperare terreno con lo Statuto delle imprese in discussione al Senato. Un testo analogo è già stato varato da Parigi mentre la riforma degli incentivi alle imprese (la cui delega al governo è stata prorogata per la seconda volta) ha un precedente già operativo nel Regno Unito.

Diverse le analogie tra il Fondo centrale di garanzia e iniziative a sostegno del credito varate all'estero, ma sulla continuità dello strumento italiano pesa ora l'incognita delle risorse visto che il plafond è praticamente in via di esaurimento. È appena partito lo sportello unico telematico per le imprese, seppure ancora con il doppio canale carta-web. In compenso l'Italia è stata pioniere sulle agevolazioni per le reti di impresa e si è mossa con tempismo con il fondo per le Pmi (Fondo italiano d'investimento) costituito a marzo 2010 su iniziativa del ministero dell'Economia. Rapida anche la nomina di un mister Pmi, sulla falsariga di quello insediatosi a Bruxelles presso la Commissione, ma prima di portare a casa risultati concreti il nuovo garante, Giuseppe Tripoli, dovrà attendere l'approvazione dello Statuto per le pmi che ne ufficializza i compiti.
Ad ogni modo dal confronto europeo, messo a punto dal servizio studi della Camera, emergono diversi spunti interessanti su come si possano supportare le piccole e medie imprese nella fase di uscita dalla crisi.

Francia e Germania
In chiave anti-crisi il governo francese ha puntato molto sul sostegno alla liquidità. Sono stati resi disponibili 22 miliardi per assicurare il finanziamento delle pmi utilizzando anche l'istituto pubblico Oseo che opera attraverso prestiti diretti o attraverso garanzie accordate sui prestiti fatti dalle banche. È attivo il Médiateur national du crédit. All'inizio del 2011 è entrata in vigore la figura dell'Eirl (imprenditore individuale a responsabilità limitata), mentre l'attuazione dello statuto dell'autoimprenditore ha favorito nel 2009 un aumento di 170mila nuove imprese.
Il legislatore tedesco ha lavorato per ridurre la paura da fallimenti. Un emendamento all'Insolvenzordung concede alle pmi margini più elastici prima di entrare nella procedura fallimentare. Alla crisi come "seconda chance" è dedicato il portale Sanierungsportal (c'è anche un test per valutare il grado di rischio della propria azienda). È operativo un programma mirato per rafforzare la cooperazione tra le pmi nel campo della ricerca e migliorare il trasferimento di tecnologia.

Regno Unito e Spagna
La semplificazione e la riduzione degli oneri burocratici è stata già sancita nel 2008 con il Regulatory enforcement and sanctions act. Sugli incentivi è stato già fatto ciò che in Italia è in discussione, ovvero un fondo unico. La campagna Real help for businesses now, varata per rispondere alla crisi, ha previsto forme di sussidio e di assistenza finalizzate all'assunzione di lavoratori e alla conservazione dei posti di lavoro. In tema di insolvenza e di fallimento, sono favoriti accordi tra l'impresa insolvente e i creditori.
Si differenzia dagli altri strumenti il "titulizacion de créditos" spagnolo, l'emissione da parte degli istituti di titoli di credito negoziabili riferiti a disponibilità finanziarie delle pmi. Per supportare l'occupazione, in Spagna è prevista la rimodulazione dei tempi di lavoro o in alternativa la sospensione dei contratti in luogo del licenziamento tout court, attraverso la riduzione del 50% dei contributi assicurativi di base versati dai datori di lavoro purché questi si impegnino, al termino del periodo fissato, a mantenere sotto contratto il lavoratore per almeno un anno.

In attesa dello Statuto
Lo Statuto italiano per le pmi è stato presentato dal deputato Raffaello Vignali (Pdl) nel settembre 2009. Il testo arrivato al Senato ha perso alcuni tasselli importanti, come quello sulle procedure fallimentari, ma ha mantenuto l'assegnazione all'Antitrust di poteri in tema di ritardati pagamenti alle pmi da parte della pubblica amministrazione. Cesare Cursi, presidente commissione Industria del Senato e relatore del provvedimento, promette un esame in tempi rapidi ma non nasconde che, visti i possibili dubbi dell'Autorità sui lavori pubblici, i vantaggi alle pmi in tema di appalti potrebbero essere ridimensionati. Lo Statuto contiene anche la proroga di ulteriori 8 mesi per la delega sul riordino degli aiuti alle imprese. Un tema, quest'ultimo, delicatissimo: al ministero dello Sviluppo è vacante la poltrona di direttore agli incentivi e ieri l'Associazione dei soggetti responsabili dei patti territoriali e dei contratti d'area ha firmato un appello al ministro Romani per rimediare alla situazione di grave impasse.

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