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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 14:53.

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La Spagna sta meglio, Zapatero un po' meno (Reuters)La Spagna sta meglio, Zapatero un po' meno (Reuters)

Segnali incoraggianti dalla Spagna. Nel mese di febbraio la produzione industriale è cresciuta del 3,3%, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mettendo a segno un altro buon rialzo dopo quello - ben più consistente - registrato a gennaio (+6%). Lo rende noto l'Ufficio nazionale di Statistica (Ine), sottolineando che si tratta del miglior risultato da febbraio 2010. Il dato corretto dagli effetti del calendario evidenzia un aumento del 3,6% (+3,2% a gennaio).

Ulteriori segnali incoraggianti sono arrivati, sempre oggi, dal direttore generale del Fondo monetario internzionale, Dominique Strauss-Kahn: «Penso che il governo spagnolo non abbia bisogno di alcun tipo di aiuto finanziario», ha detto al quotidiano spagnolo El Pais, precisando che «il Fondo non ha ricevuto alcuna richiesta di assistenza» da parte del governo Zapatero. Governo che secondo Strauss-Khan ha attuato "politiche corrette", sia sul versante fiscale sia sugli altri fronti aperti quali la riforma delle pensioni, il mercato del lavoro e le politiche bancarie. «Prendo atto che negli ultimi mesi la Spagna é stata messa nella stessa categoria di altri Paesi, come la Grecia – ha detto il direttore del Fondo - mentre la situazione non é evidentemente la stessa. I mercati rispondono perché ciò che andava fatto é stato fatto. È difficile per il Paese e il governo prendere le misure corrette, ma i lavori sono in corso». La "promozione" di Strauss-Khan arriva dopo che l'11 marzo scorso Moody's ha ridotto di uno scalino il rating del debito del paese - portandolo da AA1 a AA2 (stesso livello dell'Italia) - sui timori per i costi della ristrutturazione bancaria e sui dubbi circa la capacità dell'esecutivo di mantenere sotto controllo i conti pubblici.

Il miglioramento della congiuntura era stato sottolineato lo scorso 26 marzo dallo stesso premier spagnolo: nell'annunciare nuove misure anti-crisi per aprile, Josè Luis Rodriguez Zapatero aveva evidenziato come la fiducia dei mercati nell'economia spagnola risultasse in miglioramento dal mese di novembre proprio grazie alle riforme messe in campo dal suo Esecutivo. Zapatero aveva comunque precisato che i segnali di miglioramento non dovevano far abbassare la guardia: «resta un lavoro immenso per rafforzare l'economia, per creare posti di lavoro, dal momento che la disoccupazione tocca circa il 20% della popolazione attiva».

Lo stesso Zapatero ha annunciato nelle scorse settimane la «decisione definitiva» di non ricandidarsi alle elezioni politiche del marzo 2012, mettendo fine a una carriera iniziata - un po' a sorpresa - sette anni fa, all'indomani delle stragi dei treni firmate da Al Qaida. A lungo icona della sinistra europea, ma ora ai minimi storici di popolarità e fiducia in Spagna, il leader socialista ha in parte pagato la gestione ondivaga della crisi.

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