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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2011 alle ore 08:05.

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Lavoro e giovani segan il passoLavoro e giovani segan il passo

Si chiama Zeeland l'isola felice per i giovani. La piccola provincia dei Paesi Bassi, in larga parte al di sotto del mare, ha resistito come un gigante ai venti della crisi. Qui l'occupazione è salva, anche per i giovani, che registrano appena un 4% di senza lavoro e conquistano così il primato assoluto nella classifica della disoccupazione "under 24" delle 315 regioni europee messa a punto dal centro studi Datagiovani, considerando anche il trend rispetto al 2007. In un'Europa senza confini sul podio troviamo anche due Länder tedeschi, Bremen e Tübingen, e poi Ostschweiz (Svizzera), Agder og Rogaland (Norvegia), Oberpfalz (Germania), Drenthe (Olanda), Oberbayern (Germania), Gelderland (Olanda) e Tirolo (Austria).

L'Europa centrale fa quadrato per sostenere le proprie nuove generazioni e ovunque in quest'area il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato cali o piccolissimi balzi in avanti nella fase centrale della crisi.
E l'Italia? «La situazione del nostro Paese - risponde Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani - è estremamente differenziata da regione a regione, con un Centro-Nord dalla disoccupazione giovanile più bassa, ma che sta subendo maggiormente gli effetti della crisi occupazionale, e un Mezzogiorno storicamente "avaro" di opportunità lavorative, con tassi di disoccupazione giovanile anche doppi rispetto ad alcune regioni del Nord».

Nel ranking europeo, solo quattro regioni italiane si posizionano sopra la metà della classifica. Per incrociare la prima, il Trentino - Alto Adige, bisogna scorrere fino all'ottantesimo posto, media delle province di Bolzano (74° posto) e Trento (86°), considerate separatamente nei dati in esame, poi la Liguria (103°), il Veneto (134°) e la Toscana (153°). «A salvarsi - puntualizza Pasqualotto - sono aree del Paese, come il Trentino Alto Adige o il Veneto, dove i giovani non hanno mai fatto fatica a trovare lavoro, insieme alla Toscana, che ha ammortizzato meglio gli effetti del primo anno di crisi, e la Liguria, in cui la disoccupazione giovanile è addirittura diminuita»

Ma veniamo alle note dolenti. Ben sette regioni italiane si classificano dalla posizione 250 in giù. Si tratta di Marche, Sicilia, Piemonte, Lazio, Campania, Basilicata e Sardegna. Quest'ultima, al posto 309, è nella non invidiabile "bottom ten", il gruppo delle dieci regioni più in basso nella classifica, che resta comunque di quasi totale appannaggio spagnolo (ben 7 regioni, tra cui la peggiore in assoluto, Canarie).
«I dati - spiega il giuslavorista Michel Martone - confermano la cultura italiana che porta i giovani ad entrare tardi nel mercato del lavoro, ma anche la diffusione del sommerso in alcune aree del paese».

Al Sud, con l'eccezione della Sardegna, i tassi di disoccupazione giovanile, già a livelli drammatici, non hanno subito forti contrazioni a causa della crisi: in Sicilia, ad esempio, la quota di senza lavoro tra gli under 24 sfiora il 41% nel 2010, peggiorato del 2,6% rispetto al 2008. In Piemonte al contrario si registra il maggior trend negativo nel giro di due anni: +14%, dal 12,6% del 2008 al 26,6% del 2010. «È in questo territorio - evidenzia Martone - che si è avvertito di più il blocco delle assunzioni da parte delle imprese colpite dalla recessione».

L'Italia a due velocità in media perde la gara nel confronto europeo, anche se qualche magra soddisfazione arriva dal confronto con le "rivali" francesi e spagnole. Il nostro Paese ha il 24% di regioni "good", che mostrano contemporaneamente bassi tassi di disoccupazione ed evoluzioni sul 2007 migliori rispetto alla media europea, ed il 33% di regioni "bad", caratterizzate da elevati tassi di disoccupazione giovanile e variazioni più pesanti di quella media europea. Sono messe peggio le performance francesi, con il 38,5% di regioni con la maglia nera.
Il divario con la Spagna è poi abissale, dato che ben il 95% delle regioni del Paese iberico sono classificate come "bad".

Non c'è confronto invece con la Germania: qui quasi la totalità delle regioni (97%) sono "good" dal punto di vista della disoccupazione giovanile.

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