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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 11:12.

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Intesa tra parti sociali per l'attuazione dei comitati europei (Maurizio Sacconi)Intesa tra parti sociali per l'attuazione dei comitati europei (Maurizio Sacconi)

ROMA - I comitati aziendali europei in Italia ricevono un nuovo impulso dalla firma dell'avviso comune delle parti sociali a sostegno del recepimento da parte del Governo della direttiva europea numero 38 del 2009, entro la scadenza del 6 giugno.

Il testo firmato ieri da Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Abi, Confcommercio, Ania – al termine di un seminario al Cnel – rafforza i diritti di informazione e di consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di imprese che hanno una dimensione comunitaria in cui operano questi organismi sindacali transazionali. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, nell'intervento al seminario organizzato dalla Cisl si è impegnato a recepire in tempi rapidi con un provvedimento la proposta: «L'avviso comune - ha detto Sacconi - è la premessa per un processo legislativo e noi lo tradurremo tempestivamente in un disegno di legge. Sono fiducioso anche nei tempi brevi del Parlamento per l'approvazione». Sacconi ha sottolineato che che questa direttiva rientra negli «atti di indirizzo di soft low apprezzati da Marco Biagi che consentono poi agli stati di adattarvisi secondo le loro necessità».

In Europa il Cnel ha censito 940 multinazionali con 15 milioni di lavoratori in cui sono attivi i comitati aziendali europei (Cae); di questi 47 sono operativi in aziende italiane che hanno più di 500mila dipendenti. I Cae sono organismi istituiti a partire dalla metà degli anni 90 quando, per reggere la sfida della globalizzazione, si iniziò a puntare sullo scambio di informazioni tra i rappresentanti dei lavoratori delle diverse sedi di gruppi multinazionali per dare vita a strategie comuni in ambito transazionale, contro i rischi di dumping sociale in caso di delocalizzazioni, o nei processi di ristrutturazione.

Il testo di trasposizione della direttiva europea, spiega una nota del Cnel, «intende dare in contributo positivo allo sviluppo delle azioni dei Cai in Italia», affinchè risultino «sempre più adeguati e preparati sui processi di internazinalizzazione del nostro apparato produttivo». L'informazione e la consultazione dei Cae, si legge nell'avviso comune, sono una chiave di successo per «affrontare tempestivamente i processi di adattamento alle nuove condizioni indotte dalla globalizzazione», perchè «favoriscono un clima di reciproca fiducia e di rispetto» tra imprese e lavoratori. Nel testo le parti sottolineano che in un contesto di mercati sempre più aperti alla competizione internazionale e di continua innovazione tecnologica e produttiva la direttiva 2009/38 persegue l'obiettivo di «sviluppare attraverso il coinvolgimento dei lavoratori, un'attitudine costruttiva al cambiamento fondata su un effettivo dialogo sociale».

I sindacati ricordano come l'avviso contenga una serie di emendamenti che auspicano vengano recepiti rapidamente dal governo in fase di adeguamento del Dlgs 74/2002, convinti che la normativa avrà un forte impatto sui Cae esistenti, fornendo un quadro di certezza giuridica per la creazione di nuovi. «La democrazia sindacale viene rafforzata nelle aziende multinazionali presenti in tutta l'Ue» per Nicola Nicolosi (Cgil) che aggiunge: «Obiettivo della direttiva e del sindacato è quello di produrre tanti Cae quante sono le aziende transnazionali nel nostro Paese». Soddisfatto Maurizio Petriccioli (Cisl): «Potevamo logorarci in un confronto su ogni singola parola ma abbiamo voluto trovare l'accordo aprendo una nuova stagione all'insegna dell'informazione e della consultazione dei lavoratori». Per Petriccioli l'intesa è «una tappa importante nel processo di adeguamento della normativa nazionale a quella europea in materia di dialogo sociale e di partecipazione dei lavoratori nell'impresa». Secondo Lamberto Santini (Uil) le «sindacati e imprese hanno dato un forte contributo alla diffusione e alla crescita della cultura della partecipazione e del dialogo sociale in Italia e in Europa».
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