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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 06:41.

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MILANO
Scendono da sette a sei le aziende italiane presenti nella classifica Deloitte "Global powers of consumer products 2011" dei Top 250 produttori dei beni di consumo, ma guadagnano molte posizioni. Dal drappello formato da Ferrero, Pirelli, Barilla, Parmalat, Indesit Company e Perfetti Van Melle è uscita la maison Valentino. L'anno prima era stato il turno di Cremonini.
Ferrero, in particolare, passa dal 90° all'80° posto, prima tra le italiane, davanti a Pirelli, salita dal 110° al 105° posto; Barilla ne recupera otto, dal 116° al 108° posto; il Gruppo Parmalat addirittura dodici, risalendo dal 125° al 113° posto; Indesit Company invece affonda di 19 posizioni al 157° posto mentre Perfetti Van Melle balza di ben 24 scalini fino al 214°.
A livello globale si consolida il fenomeno dei coreani: Samsung conquista la testa, scalzando Hp, e Lg balza di sette posizioni portandosi al sesto posto; alle spalle di Samsung seguono Nestlé, Panasonic, Procter & Gamble e Sony. Tornando al sestetto delle aziende italiane, i dati di bilancio del 2009 hanno registrato mediamente un peggioramento della redditività a causa della crisi economica. La recessione ha accentuato anche l'infedeltà del consumatore. «È sempre più infedele – osserva Dario Righetti, partner Deloitte e responsabile nazionale per il settore del consumer business – ciò complica il lavoro delle aziende nel costruire brand forti e fidelizzarli. È necessaria una relazione costante e profonda con il consumatore che è sempre più alla ricerca del corretto rapporto qualità prezzo ed è sempre più sensibile a modelli di consumo sostenibili».
In generale, nella classifica dei Top 250 di Deloitte Touche Tohmatsu, stilata sulla base delle vendite, emerge che il 60% delle società ha registrato un calo del giro d'affari durante l'ultimo anno fiscale (conclusosi entro il 30 giugno 2010), stimabile nel -1,2%. Tuttavia il miglioramento di clima nel quarto trimestre ha rallentato il calo medio delle vendite o addirittura si è invertito il trend. Mentre per 149 aziende presenti nella Top 250 l'andamento negativo delle vendite è proseguito per l'intero anno. Molte aziende hanno dovuto agire rapidamente per modificare la loro struttura dei costi per mantenere o migliorare la redditività. Infatti, per Deloitte, il margine di profitto netto composito per le 215 aziende che hanno comunicato i loro risultati finali è migliorato. Il margine di profitto netto composito del 2009 è aumentato raggiungendo quota 6,4% rispetto al precedente 5,6%. Quasi il 90% delle società segnalate (esattamente 193) sono risultate profittevoli nel 2009, in progresso rispetto all'80% del 2008.

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