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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 11:06.

Nei primi due mesi del 2011 le entrate fiscali si sono attestate a quota 58,674 miliardi di euro, in crescita del 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2010: lo comunica il Tesoro, che spiega in particolare come si registri una variazione positiva del 5,4% per le imposte dirette, mentre le imposte indirette mostrano nel complesso una crescita dell'1,6 per cento.
Corre il gettito Iva
Tra le imposte indirette si segnala un incremento dell'0,8% per le tasse e imposte sugli affari, dovuto principalmente alla consistente crescita dell'Iva (+6,7%), una riduzione del 2,3% per le imposte sulla produzione, sui consumi e dogane e monopoli e un aumento del 20,6% del gettito del lotto, lotterie e delle altre attività di gioco. Significativa la corsa del gettito Iva, l'imposta sui consumi più strettamente legata all'andamento dell'economia. Nel periodo gennaio-febbraio 2011 le entrate Iva sono state di 13.113 milioni di euro (+824 milioni di euro, pari al +6,7%): 10.467 milioni di euro (+212 milioni di euro, pari al +2,1%) derivano dalla tassazione degli scambi interni; 2.646 milioni di euro (+612 milioni di euro, pari al +30,1%) affluiscono dal prelievo sulle importazioni.
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Dai giochi arrivano 2,2 miliardi
Bene anche i giochi che portano nelle casse dell'erario oltre 2,2 miliardi di euro in soli due mesi. A gennaio-febbraio 2011 le entrate totali relative ai giochi, che includono varie imposte classificate sia come imposte dirette sia come indirette, sono risultate 2.259 milioni di euro (+354 milioni di euro pari a +18,6%), considerando solo le imposte indirette il gettito delle attività da gioco è di 2.181 milioni di euro (+372 milioni di euro, pari al +20,6 per cento). «Hanno contribuito alla crescita significativa delle entrate relative ai giochi - riferisce il ministero - in particolare i proventi del lotto che hanno registrato 1.090 milioni di euro, +288 milioni di euro, pari a +35,9%, e quelli degli apparecchi e congegni di gioco 693 milioni di euro (+201 milioni di euro, pari a +40,9 per cento)».
Scontro di cifre sul canone Rai
Il Tesoro parla poi di un crollo - nel primo bimestre del 2011 - delle entrate per l'imposta sui canoni di abbonamento radio e tv: l'incasso per questa voce è stato di 938 milioni di euro, 562 in meno rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente (-37,5 per cento). Dato subito smentito da un comunicato della Rai: «I dati riportati dal Bollettino del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia - scrive la Rai - sono errati. La raccolta del canone nei due mesi gennaio-febbraio 2011 ha avuto un incremento di oltre 15 milioni di euro rispetto al medesimo periodo dello stesso anno».
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