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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2011 alle ore 09:27.
Crescita economica e inflazione più alte del previsto per il prossimo anno in Cina. Dove è forte il rischio di una brusca frenata del mercato immobiliare. Lo prevede la Banca mondiale che ha pubblicato oggi le stime trimestrali sull'economia cinese.
Crescita al 9,3% nel 2011, inflazione al 5%
Nel suo rapporto l'istituto indica che è troppo presto per i responsabili politici della seconda economia più grande del mondo per interrompere la stretta sulla politica monetaria. «Anche se le nostre previsioni per l'inflazione non sono particolarmente preoccupanti, i rischi, compreso lo shock per l'aumento ulteriore delle materie prime, invitano alla vigilanza», ha detto la Banca Mondiale nel suo aggiornamento trimestrale sull'economia cinese. Il Pil cinese salirà al 9,3% nel 2011, secondo la Banca, dall'8,7% della stima precedente, mentre per il 2012 salirà dell'8,7% contro l'8,4% prima stimato.
La Banca Mondiale prevede che i prezzi al consumo aumenteranno del 5% quest'anno e del 3,4% il prossimo anno, alzando le sue precedenti previsioni di un aumento del 3,3% in entrambi gli anni. L'aumento dei prezzi alimentari, che sono stati il principale motore dell'inflazione in Cina, probabilmente rallenterà nei prossimi 12 mesi, con un conseguente modesto tasso d'inflazione globale, ha aggiunto la Banca Mondiale. Tuttavia, le pressioni inflazionistiche a monte possono continuare a crescere a causa di un aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime industriali.
Rischio frenata del mercato immobiliare
La Banca Mondiale sottolinea che però sulla crescita economica cinese incombe il rischio di un brusco rallentamento del mercato immobiliare in Cina. «Una crisi immobiliare potrebbe rallentare in modo significativo il settore edile e avrebbe un grande impatto sull'economia e sui bilanci delle banche», afferma la Banca. La relazione raccomanda l'uso degi aumenti dei tassi di interesse piuttosto che strumenti amministrativi per frenare l'inflazione. «Nel medio termine, l'uso massiccio della proprietà immobiliare come un mezzo di investimento e il ruolo svolto dalle amministrazioni locali aumentano il rischio» di deflagrazione di una bolla immobiliare, precisa il rapporto.
Molti cinesi stanno comprando più di un appartamento, in quanto il continuo aumento dei prezzi negli ultimi anni ha fatto del bene immobile un investimento redditizio, mentre i tassi di interesse offerti dalle banche ai risparmiatori rimangono al di sotto del livello di inflazione. I governi locali sono a loro volta finanziati con la vendita di lotti di terreni edificabili. «Una inversione di tendenza in materia di alloggi influenzerà le finanze dei governi locali, che sono responsabili di gran parte degli investimenti in infrastrutture e sono importanti clienti del sistema bancario» dice ancora la Banca Mondiale. I Comuni non sono autorizzati ad andare in debito direttamente con le banche, ma sono state prevalentemente create per questo delle strutture ad hoc, che hanno contribuito alla rapida espansione di denaro in circolazione nel 2009 e 2010, con nette conseguenze inflazionistiche. La Banca Mondiale sottolinea anche che «la recente forte crescita mostra che l'economia resta resiliente» alle misure di inasprimento monetario.
Record della popolazione
Secondo le informazioni rilasciate giovedì dal Governo di Pechino sulla base del nuovo censimento, in Cina la popolazione è salita a 1,339 miliardi di persone da 1,265 miliardi nel 2000. Il nuovo dato sulla popolazione per il subcontinente cinese riflette un tasso di crescita del 5,84 per mille nel corso del decennio, secondo l'Ufficio nazionale di statistica che ha commentato i dati del censimento, compiuto intervistando 400 milioni di famiglie nelle zone rurali e urbane della Cina. Nel 1953, data del primo censimento, i cinesi erano 594 milioni.
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