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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2011 alle ore 15:29.

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NEW YORK – Le trattative del Doha Round, le prime negoziazioni commerciali multilaterali portate avanti sotto gli auspici dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, sono in una fase critica. Giunte al loro decimo anno dopo aver trattato una serie di tematiche, le trattative necessitano ora di un’ultima spinta politica se si vuole evitare che sia Doha che, di conseguenza, l’OMC scompaiano del tutto.

Il pericolo è reale. L’anno scorso mi trovavo a Ginevra e pernottavo al sofisticato Mandarin Oriental. Ho chiesto al portiere quanto distava l’OMC e mi ha risposto chiedendomi se l’Organizzazione Mondiale per il Commercio fosse un’agenzia turistica.

La minaccia di un’eventuale irrilevanza dell’organizzazione è ben compresa dai principali statisti che si sono impegnati a lavorare intensamente sul Doha Round. Il Primo Ministro britannico David Cameron, il Cancelliere tedesco Angela Merkel ed il Presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono hanno appoggiato in modo inequivocabile la raccomandazione del gruppo di alto livello di esperti in commercio, co-presideuto da me e , di abbandonare le trattative del Doha Round nel caso in cui non vengano concluse entro l’anno.

La nostra teoria si basa sul fatto che, proprio come la prospettiva di un’imminente impiccagione porta la mente a concentrarsi, la scadenza e la prospettiva del termine del Doha Round avrebbe incentivato i leader di governo mondiali a compiere l’ultimo tratto della maratona. (L’analogia è ancora più appropriata dato che il Direttore Generale dell’OMC , che ha portato avanti il processo in modo brillante, è una maratoneta.)

Ma anche ora che questi sforzi hanno riacquistato uno slancio, il Financial Times, in passato gran sostenitore del commercio libero multilaterale, ha gettato un’ombra sul Doha Round, congratulandosi con sé stesso per aver sostenuto nel 2008 (in occasione della mancata conclusione di un incontro ministeriale) che i leader avrebbero dovuto ammettere il fallimento delle negoziazioni. Ma se gli scettici dimenticano la famosa risposta di Mark Twain ad un necrologio sbagliato (I resoconti sulla mia morte sono estremamente esagerati), i negoziatori che hanno continuato a lavorare da allora sarebbero quindi simili alle anime morte di Gogol?

Il Financial Times suggerisce di delineare immediatamente un piano B, che saboterebbe gli sforzi politici mirati a portare a termine il Doha Round. Nonostante i luoghi comuni retorici sulla necessità da parte dei ministri di disimparare abitudini radicate e di focalizzarsi sulla sostanza e non sulla retorica, e sulle associazioni imprenditoriali che si fanno coinvolgere nei dettagli specifici di ciò che vogliono le aziende, questo piano B rafforzerebbe le iniziative commerciali bilaterali e regionali che hanno distolto energia e attenzione dal Doha Round e dall’OMC. L’aspetto ironico è dato dal fatto che la diffusione di questi accordi commerciali preferenziali (PTA) è generalmente dettata dalla mancanza di progresso delle trattative Doha. Il rapporto causa effetto non è mai stato così invertito nei dibattiti sulle politiche commerciali.

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