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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 17:06.

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CAMBRIDGE – Ultimamente ho presentato il mio nuovo libro The Globalization Paradox (Il paradosso della globalizzazione, ndt) a diversi gruppi. Ormai sono abituato a qualsiasi tipo di commento da parte dell’audience, ma ad una recente presentazione del libro, l’economista al quale era stato chiesto di intervenire come relatore mi ha sorpreso con una critica inaspettata affermando, stizzito, la mia volontà di rendere il mondo più sicuro per i politici.

Per timore che il messaggio si perdesse nel vuoto, ha poi spiegato ulteriormente il suo commento ricordando all’audience un ex ministro dell’agricoltura giapponese che sosteneva che il Giappone non potesse importare la carne di manzo in quanto l’intestino dei giapponesi è più lungo rispetto a quello degli abitanti degli altri paesi.

Il commento ha provocato qualche risata soffocata. Chi non si diverte con le barzellette sui politici?

Ma il commento aveva uno scopo ben più serio ed era in modo evidente mirato ad evidenziare un errore fondamentale nella mia argomentazione. Il mio relatore ha trovato che fosse evidente l’assurdità dell’idea di dare maggior spazio di manovra ai politici, supponendo che l’audience sarebbe stato d’accordo ed implicando che la rimozione di qualsiasi limite posto ai politici potrebbe portare a interventi insensati che soffocherebbero i mercati e bloccherebbero il motore della crescita economica.

Questa critica indica un grave fraintendimento della modalità di funzionamento dei mercati. Dato il bagaglio culturale fondato solo sui libri di testo senza alcuna menzione del ruolo delle istituzioni, gli economisti immaginano spesso che i mercati si sviluppino da soli senza alcuna azione collettiva e mirata. Adam Smith aveva ragione nell’affermare che la propensione verso le relazioni, il baratto e lo scambio è innato nell’uomo, ma un insieme di istituzioni esterne al mercato sono comunque necessarie per concretizzare questa propensione.

Consideriamo tutti i requisiti necessari. I mercati moderni necessitano di infrastrutture per i trasporti, la logistica e la comunicazione che derivano in gran parte dagli investimenti pubblici. Necessitano inoltre di sistemi di esecuzione dei contratti e della protezione del diritto di proprietà, di regolamentazioni per permettere ai consumatori di prendere decisioni sulla base di informazioni adeguate, per internalizzare gli elementi esterni ed evitare abusi di potere. Hanno bisogno di banche centrali ed istituti finanziari per prevenire eventuali situazioni di panico finanziario e moderare i cicli del business. E necessitano infine di una rete di protezione sociale e di sicurezza per legittimare i risultati ottenuti tramite il processo di distribuzione.

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