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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 17:06.

I mercati ben funzionanti sono sempre inseriti all’interno di meccanismi più ampi di governabilità collettiva. Ecco perché le economie più sane a livello mondiale, e con i sistemi di mercato più produttivi, dispongono anche di vasti settori pubblici.

Una volta che abbiamo riconosciuto la necessità da parte die emrcati di avere delle regole, dobbiamo chiederci poi a chi far scrivere tali regole. Gli economisti che denigrano il valore della democrazia parlano a volte come se l’alternativa ad un governo democratico fosse un processo decisionale portato avanti da filosofi platonici di alto spessore intellettuale, ovvero, idealmente, degli economisti!

Ma questo scenario non è né rilevante, né auspicabile. Innanzitutto, più basso è il grado di trasparenza, rappresentatività e responsabilità del sistema politico, più è probabile che interessi specifici devino le regole a loro vantaggio. Ovviamente, anche i sistemi democratici possono cadere in questo rischio, ma rimangono comunque la forma migliore di tutela contro regole arbitrarie.

Inoltre, creare delle regole non implica solo essere efficienti, ma può anche portare a dover bilanciare obiettivi sociali in competizione tra loro (ad esempio la stabilità contro l’innovazione), o a dover fare scelte legate al processo di distribuzione. Non sono compiti che vorremmo affidare agli economisti che possono sì conoscere il prezzo di una serie di elementi, ma non ne conoscono il valore.

E’ vero che la qualità della governabilità democratica può essere migliorata riducendo il margine di discrezione dei rappresentanti eletti. Le democrazie ben funzionanti delegano spesso il potere istituzionale relativo alla definizione delle regolamentazioni a enti semi-indipendenti, in particolar modo quando le questioni in oggetto sono di natura tecnica e non comportano preoccupazioni di carattere distribuzionale, quando uno scambio di favori darebbe risultati poco ottimali per tutti o quando le politiche risultano miopi, con l’implicazione di una forte riduzione dei costi futuri.

Le banche centrali indipendenti sono un ottimo esempio di questo meccanismo. Può anche spettare ai politici eletti determinare il target dell’inflazione, ma la decisione su quali mezzi utilizzare per raggiungere tale obiettivo viene lasciata ai tecnocrati delle banche centrali. Anche in questo modo le banche rimangono comunque responsabili nei confronti dei politici e tenuti, quindi, a risponderne quando il target non viene raggiunto.

Allo stesso modo, si possono emanare simili istanze di delega democratica alle organizzazioni internazionali. Gli accordi globali mirati a porre un tetto massimo sulle tariffe o a ridurre le emissioni tossiche sono senza dubbio fondamentali. Ma gli economisti hanno la tendenza a idolatrare questi limiti senza analizzare a fondo ed in modo esauriente le politiche da cui derivano.

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