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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 14:49.

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In generale, tale accordo sussiste ancora oggi, sebbene da tempo i segni di una lenta erosione siano sotto gli occhi di tutti. I benefici che hanno raggiunto le economie emergenti attraverso l’ampliamento della propria presenza nel commercio e nella finanza internazionale non sono altro che un esempio di tutto questo.

L’economia globale multipolare cambierà con buona probabilità il modo in cui il mondo conduce gli affari internazionali. Nei prossimi anni numerose aziende dei principali mercati emergenti domineranno i corrispettivi settori industriali a livello globale – esattamente come hanno fatto nel precedente mezzo secolo le società con sede nelle economie avanzate. Negli anni a venire tali aziende faranno pressioni per ottenere riforme economiche a livello nazionale, facilitando l’integrazione dei propri paesi nel commercio e nella finanza globale.

I tempi potrebbero quindi essere maturi per procedere ad un framework multilaterale con il preciso scopo di regolamentare gli investimenti transfrontalieri – framework che negli ultimi 20 anni viene continuamente rimandato. Diversamente dal commercio internazionale e dalle relazioni monetarie, non esiste alcun regime multilaterale volto a promuovere e governare gli investimenti transfrontalieri.

Per il momento il dollaro americano resta la valuta internazionale più importante. Ma tale dominio inizia a scemare, come dimostra lo scarso uso del biglietto verde come valuta di riserva ufficiale, nonché come divisa per fatturare beni e servizi, denominare richieste di indennizzo internazionali e ancorare i tassi di cambio.

L’euro rappresenta il più forte concorrente del dollaro, fintanto che l’Eurozona riuscirà a contenere l’attuale crisi del debito sovrano mediante salvataggi e riforme istituzionali di lungo termine in grado di salvaguardare i guadagni che scaturiscono da un progetto di mercato unico in atto da tempo. Ma le valute dei paesi in via di sviluppo oscureranno probabilmente la divisa europea.

La portata e il dinamismo dell’economia cinese, e la rapida globalizzazione delle sue società e banche rendono il renminbi particolarmente adatto ad assumere un ruolo internazionale più rilevante. Nel suo rapporto Global Development Horizons 2011 la Banca mondiale presenta quello che a suo parere sarà lo scenario valutario globale più probabile nel 2025 – un approccio multivalutario incentrato sul dollaro, l’euro e il renminbi. Tale scenario è rafforzato dalla probabilità che per quella data Usa, Eurozona e Cina costituiranno i tre maggiori poli di crescita.

Infine, la comunità finanziaria internazionale deve garantire che l’agenda sullo sviluppo rimanga una priorità. I paesi che esercitano un’influenza economica a livello globale devono accertarsi che le proprie azioni politiche abbiano importanti effetti benefici su altri paesi. In tal senso sono ben accette le iniziative di politica monetaria che enfatizzano una maggiore collaborazione tra le banche centrali al fine di raggiungere la stabilità finanziaria e una crescita sostenibile nella liquidità globale.

Malgrado i notevoli progressi compiuti dai paesi in via di sviluppo per integrarsi nei canali commerciali e finanziari internazionali, c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che tali paesi condividano l’onere di un sistema globale in cui la loro quota di mercato cresce rapidamente. Allo stesso tempo, è fondamentale che i maggiori paesi sviluppati elaborino politiche in grado di valutare la crescente interdipendenza dai paesi in via di sviluppo. La governance globale dipenderà sempre più dal peso di questa interdipendenza per rafforzare la cooperazione internazionale e incentivare la prosperità in tutto il mondo.

Justin Yifu Lin è capo economista della Banca mondiale. Mansoor Dailami è autore principale di Global Development Horizons, e manager di Emerging Global Trends Team del Development Prospects Group presso la Banca mondiale.

Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgTraduzione di Simona Polverino

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