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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 10:27.

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Il presidente di Confindustria, Emma MarcegagliaIl presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia

«Bisogna approvare il prima possibile» la manovra da 40 miliardi e «contemporaneamente andare avanti su una serie di provvedimenti per aiutare la crescita, tra cui la manovra fiscale che pensiamo debba essere a parità di pressione fiscale complessiva». Lo ha affermato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, al suo arrivo all'Unione Industriale di Torino dove si svolge l'assemblea degli imprenditori subalpini.

«Abbiamo sempre chiesto contemporaneità tra riforma e crescita. In questo momento molto delicato dove é in discussione il piano di salvataggio della Grecia e Moody's ha dato un avvertimento, diventa essenziale approvare il prima possibile la manovra da 40 miliardi che è stata messa nel piano nazionale delle riforme, approvato dal Parlamento e dalla Commissione europea. E nello stesso tempo andare avanti su una serie di provvedimenti che possano aiutare la crescita».

Quanto alla riforma fiscale la Marcegaglia ha sottolineato di ritenere che debba «essere a parità di pressione fiscale complessiva. Bisogna - ha detto - abbassare le tasse su imprese e lavoro dipendente, magari alzando la tassazione sulle rendite finanziarie (lo stesso è stato chiesto anche da Cisl e Uil), lavorando sull'assistenza (i regimi fiscali agevolati) e su qualche lieve aumento dell'aliquota Iva». Le due cose, ha concluso, «devono andare di pari passo».

All'indomani del taglio dell'outlook sul debito pubblico italiano da parte di Moody's, viale dell'Astronomia in una nota aveva auspicato la coesione della maggioranza e di tutte le forze politiche per dare attuazione al piano di rientro dei conti pubblici predisposto dal ministro dell'Economia. Pieno sostegno quindi al ministro Tremonti e alla sua manovra che prevede che inizi adesso un percorso verso il pareggio di bilancio nel 2014.

Nel suo discorso all'Unione Industriale di Torino non poteva mancare un accenno alla prima azienda della zona: la Fiat. «Ogni impresa si iscrive e si cancella da Confindustria in modo volontario. Non abbiamo nessuna intenzione di pressare la Fiat» ha risposto alla domanda su cosa intenda fare per evitare l'uscita di Fiat. «Quello che cercheremo di fare, certamente per la Fiat ma anche per tutte le altre imprese - ha spiegato Marcegaglia - è lavorare sul tema dell'esigibilità dei contratti. Se faremo un buon lavoro su questo credo che sarà una risposta alle esigenze corrette poste dalla Fiat».

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