Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2011 alle ore 17:31.
Sin dal suo insediamento Ki-moon ha ribadito il fatto che molte o gran parte delle più grandi sfide mondiali si scontrano con una semplice ma ingombrante realtà: siamo una società sovra-affollata, interconnessa, globale che conta sette miliardi di persone in lotta per trovare un posto sicuro in un pianeta fortemente vulnerabile. Sfamare il mondo, renderlo sicuro da epidemie come malaria e Aids e conciliare il progresso economico con la sicurezza ambientale locale e globale sono le sfide della nostra epoca. Guerra e violenza spesso celano fame, povertà e degrado ambientale, come i cambiamenti climatici indotti dall’uomo.
Viviamo, in poche parole, in una nuova era globale, che potrebbe essere definita come Era dello sviluppo sostenibile, in cui la nostra sicurezza, e persino la nostra sopravvivenza, dipenderà dalla capacità del mondo di realizzare un triplo impegno: porre fine alla povertà estrema, garantire diritti umani per tutti e proteggere l’ambiente naturale dalle crisi indotte dall’uomo quali cambiamenti climatici, distruzione della biodiversità e sfruttamento intensivo delle riserve idriche e di altre risorse vitali. Ki-moon ha ribadito con forza la necessità di porre lo sviluppo sostenibile al centro del nostro modo di pensare.
Sfide quali povertà, sfruttamento delle risorse, cambiamenti climatici e diritti umani domineranno il secondo mandato di Ki-moon e del suo team. Nel 2012 i governi mondiali si riuniranno a Rio de Janeiro, 20 anni dopo la storica conferenza che si concluse con la sottoscrizione della prima Convezione quadro sui cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Da allora sono stati fatti pochi passi avanti, e dietro le quinte Ki-moon lavora senza sosta per sbloccare l’empasse ed evitare il disastro climatico.
All’inizio del terzo millennio, il suo predecessore, Kofi Annan, fece riunire i leader mondiali allo scopo di adottare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio o semplicemente Obiettivi del Millennio (oppure dall’inglese, Millennium Development Goals o Mdg). Stiamo parlando di otto obiettivi ambiziosi per la lotta contro povertà, fame e malattia che gli stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2015. Ki-moon ha sostenuto con fermezza gli Mdg e ha avviato numerose campagne creative per sensibilizzare il mondo.
Quest’anno, ad esempio, ha lanciato una nuova iniziativa, Every Mother, Every Child, tesa a migliorare le cure sanitarie per donne e bambini. Si è battuto per la lotta contro Hiv/Aids, tubercolosi e malaria, sensibilizzando numerosi leader globali e figure pubbliche. Sotto la sua leadership sono stati compiuti notevoli progressi, anche se Ki-moon ci tiene a sottolineare che sono possibili e necessari progressi più repentini. Nel 2015 il Segretario generale contribuirà a guidare il mondo verso impegni ancor più audaci nella lotta tesa a porre fine, nei prossimi due decenni, alla povertà più estrema e alla miseria.
Emerge una grande soddisfazione personale nella storia di Ki-moon, che dà speranza a tutti. Quando Ki-moon viaggia nelle regioni impoverite dell’Africa, si mescola con le popolazioni locali e racconta come è cresciuto tra la povertà e la miseria della Corea degli anni 50 – e come, puntando sul duro lavoro, sull’istruzione, sulla scienza moderna e su valori comuni, la Corea del Sud si sia trasformata in uno dei paesi più ricchi del mondo.
La scalata di Ki-moon dalla povertà alla leadership globale è analogo al percorso seguito dal suo paese. È una storia di rispettabilità, impegno e generosità che ha guadagnato la fiducia del mondo e che può contribuire a guidare il mondo in un’epoca che riserva rischi senza precedenti e straordinarie opportunità.
Jeffrey D. Sachs è professore di economia e direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University. È anche consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi del Millennio.
Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgPodcast di questo articolo in inglese:Traduzione di Simona Polverino
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Permalink
Ultimi di sezione
-
Gli economisti
Perché preoccuparsi per la Francia?
di Paul Krugman
-
gli economisti
Krugman: il dibattito sull'austerity è politicizzato
di Paul Krugman
-
Italia
A Theory About European Naval Domination
di Paul Krugman
-
Italia
Una teoria sul predominio navale dell'Europa
di di Paul Krugman
-
IL PIANO JUNCKER
Gros: consumi prima che investimenti
di Daniel Gros