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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2011 alle ore 12:42.
Il cambiamento riflette la tesi sostenuta dai banchieri centrali secondo cui per fissare un target di credito o liquidità servirebbe un altro strumento. I tassi di interesse sono uno strumento tagliente e rischiano di danneggiare l’intera economia se utilizzati per gonfiare una bolla immobiliare, come ha dimostrato una recente ricerca condotta dal vice-governatore della BoE Charlie Bean. La FPC sta quindi per impiegare strumenti come i coefficienti patrimoniali (capital ratio) o le percentuali di credito sul valore delle case (loan-to-value ratio) per gestire la liquidità, e la possibilità di utilizzare due strumenti per i due obiettivi specifici, liquidità e inflazione, all’interno della BoE garantirebbe il giusto coordinamento.
Ma cosa succede se i due target entrano in conflitto? Durante la Grande Moderazione pre-crisi, limitare i prestiti con strumenti di regolamentazione forse avrebbe funzionato, perché era improbabile spingere l’economia verso la deflazione, come invece avrebbero fatto i tassi di interesse se spinti alle stelle. Ma tali considerazioni ora non contano.
Il problema è che la misura della massa monetaria (M4) per i prestiti concessi al settore privato è ai minimi di questo decennio, mentre l’inflazione è più che raddoppiata rispetto al target della BoE. Se la FPC abbassa i requisiti di capitale per incoraggiare i prestiti, ma la MPC aumenta i tassi per fronteggiare l’inflazione, le banche vanno incontro a forti pressioni competitive. Regole più blande sui prestiti sarebbero in conflitto con l’aumento del costo del denaro. Dal momento che sia la FPC che la MPC si affidano a un meccanismo di trasmissione monetaria che opera attraverso le banche, non è chiaro come si possano tenere separate inflation targeting e gestione della liquidità.
A tutto ciò si aggiunge la complessità della regolamentazione globale. L’idea è che i paesi coordinino misure anticicliche di regolamentazione, per evitare che il capitale fuoriesca dai confini. Ma, cosa succede se i cicli economici – cosa alquanto probabile – non sono coordinati? Dopo tutto, la Cina sta scoraggiando il credito, mentre il Regno Unito lo sta incentivando.
Sulla stessa scia della Gran Bretagna, la Bce si sta praticando imbarcando in una politica di rigore e sta ritirando le centinaia di miliardi di euro di liquidità fornite durante la crisi, a causa dei timori legati alle banche addicted. La Bce intende realmente allentare i requisiti di capitale per allinearsi con la BoE?
Tali politiche avrebbero funzionato dieci anni fa, in una situazione di bassa inflazione e rapido aumento dei prestiti. Ma i tempi sono cambiati, e la politica monetaria si adeguerà di conseguenza. Il problema è che se gli enti come la FPC diverranno importanti commissioni di politica monetaria per le banche centrali, quale target avrà la precedenza in caso di contrasto?
Linda Yueh è docente di economia presso la St. Edmund Hall dell’Università di Oxford e an associate of the Globalization Program of the Center for Economic Performance at the London School of Economics and Political Science (LSE).
Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgTraduzione di Simona Polverino
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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