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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 06:41.

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Expo 2015 al giro di boa? Giuseppe Sala, manager, amministratore delegato della società di gestione dell'evento internazionale, ne è convinto. Soprattutto dopo la firma (si veda l'articolo a fianco) dell'Accordo di programma, che formalizza il conferimento dei terreni alla newco Arexpo: «Una questione, quella dei terreni – ammette Sala in questa intervista al Sole 24 Ore – che in passato ha dato qualche mal di pancia ai funzionari del Bie, ma la cui soluzione ci permette di passare finalmente alla fase operativa». Ed è fatta di numeri inediti – date e impegni finanziari – questa fase che prenderà il via in agosto, più o meno in linea con i tempi sollecitati dal segretario generale del Bureau International des Exposition, Vicente Loscertales. Aveva chiesto entro luglio, in tono più o meno perentorio, quand'era venuto in visita nei giorni scorsi a Milano, per l'avvio delle prime gare. Stavolta ci siamo, giorno più giorno meno: il "d-day" per il passaggio dalla fase di una gestazione faticosa a quella dell'operatività è stato fissato. E non solo quello.
Dottor Sala, la suspence eterna sui terreni è finita, almeno quella. Siete pronti a partire con le gare, come richiesto dal Bie?
Siglato l'Accordo di programma entriamo nel vivo della fase operativa di Expo 2015. Da qui a fine anno abbiamo preparato tre momenti fondamentali. Il primo è fissato per il 5 agosto, giorno in cui, ufficialmente, pubblicheremo la prima gara, quella sulle interferenze, per un valore complessivo di 91 milioni. Pensiamo che l'assegnazione possa arrivare ai primi di ottobre. Dopodiché, il 25 dello stesso mese, in concomitanza con l'International Participant Meeting che si terrà a Milano con i Paesi aderenti all'Expo, organizzeremo una cerimonia simbolica di posa della prima pietra. Quel giorno daremo formalmente il via ai lavori di Expo 2015. Terzo momento importante, entro la fine di novembre, quando lanceremo la seconda gara, da 310 milioni. È la gara per la realizzazione della piastra, di tutto ciò che riguarda i lavori di superficie e i servizi collegati, quindi sistemi energetici e tecnologici, per preparare la piattaforma sulla quale poggeranno le strutture.
Il calendario è impegnativo e soprattutto in passato si è spesso avuta l'impressione di un certo affanno nel rispettare i tempi. Cosa la porta a dire, oggi, che Expo 2015 rispetterà i tempi?
Prima di tutto il nostro piano di lavoro, tarato per farci arrivare all'Expo nei tempi giusti. Poi il fatto che gran parte delle architetture che vedremo saranno architetture leggere: molte opere, una volta chiuso l'evento, saranno smontate. L'aspetto più complesso è nella preparazione della base, della cosiddetta piastra, ma anche lì non dobbiamo pensare a opere mastodontiche da un punto di vista infrastrutturale.

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