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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2011 alle ore 08:55.

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Stop alla debole ripresa dell'industriaStop alla debole ripresa dell'industria

La ripresa economica rallenta il passo fino a fermarsi in luglio, mentre l'inflazione si attesta anche questo mese al 2,7% e l'occupazione nelle grandi imprese scende dello 0,6% tendenziale, al lordo della cassa integrazione.

Secondo le stime contenute nell'indagine rapida del CsC sulla produzione industriale, a luglio l'attività produttiva ha registrato una flessione dello 0,4% rispetto al mese precedente, mentre in giugno dovrebbe essersi verificato un incremento mensile dello 0,2% (il dato è stato rivisto al rialzo, rispetto al preliminare -0,1%, dopo i consuntivi delle imprese intervistate). Il livello di attività, spiega il Centro studi della Confindustria, è tuttora del 16,9% inferiore al picco pre-crisi (aprile 2008) anche se appare in recupero del 12,4% dai minimi di marzo 2009.

La produzione media giornaliera a luglio è stazionaria sui dodici mesi (+0,1%), contro il +1,4% di giugno. «Il dato di luglio – sottolinea Viale dell'Astronomia – conferma l'arresto della debole ripresa industriale italiana, in un contesto di progressivo rallentamento globale, che frena la domanda estera, e di una stagnazione della domanda interna».

Il terzo trimestre, quindi «inizia con un abbrivio negativo: la variazione acquisita (quella che si avrebbe in caso di invarianza nei successivi due mesi) è di -0,4 per cento. A conclusioni analoghe pervengono anche gli economisti del Cer. Secondo il Centro europa ricerche presieduto da Giorgio Ruffolo nel terzo trimestre dell'anno il profilo del Pil italiano sarà piatto, il che comporta una crescita attestata sia quest'anno che nel 2012 intorno a un +0,8%, senza considerare gli effetti restrittivi della manovra che dovrebbero farsi sentire l'anno prossimo e aggirarsi intorno allo 0,2% del Pil. Va detto che anche l'intero contesto europeo in questo momento risulta indebolito: l'indicatore anticipatore della congiuntura Eurocoin, elaborato da Banca d'Italia e Cepr (Center for economic policy research) segnala una moderazione per il secondo mese consecutivo, portandosi allo 0,45% contro lo 0,52% del mese precedente. La variazione barometrica di Eurocoin corrisponde ad un tasso di crescita economica appena inferiore al 2% su base annua in Eurolandia e riflette «il peggioramento della fiducia delle imprese e le spinte al ribasso provenienti dall'andamento dei corsi azionari e dall'ampliarsi degli spread tra tassi di interesse a lungo e a breve termine», come spiegano Bankitalia e Cepr in una nota.

Sull'Italia, però, pesano anche alcuni fattori specifici: così ad esempio l'inflazione tendenziale secondo i dati preliminari diffusi ieri dall'Istat a luglio è rimasta inchiodata al 2,7%, lo stesso livello già registrato a giugno, che risulta il più alto dal novembre del 2008; l'aumento dei prezzi su base mensile è stato dello 0,3%; l'inflazione già acquisita per il 2011 a questo punto è pari al 2,5 per cento. Tra i dati spicca in negativo l'aumento congiunturale del 2% dei prezzi dei beni energetici (su base annua sono cresciuti del 10,7%), influenzati anche dai recenti aumenti delle accise ; ma sono in netto rialzo congiunturale anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+1,9%). Per contro, il principale effetto di contenimento si deve alla diminuzione sul mese dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (-2,6%). L'Istat aggiunge che l'inflazione di fondo, calcolata al netto di beni energetici e alimentari freschi, si è stabilizzata al 2,1 per cento.Molto preoccupate le associazioni consumeriste; ma anche la Federdistribuzione, l'associazione della grande distribuzione, rimarca che «l'inflazione è ancora alta, mentre i consumi sono fermi. È necessario rilanciare la domanda interna».

Ieri infine, l'Istat ha diffuso anche i dati relativi all'occupazione e alle retribuzioni nelle grandi imprese relativi al mese di maggio 2011, dai quali si evince una flessione tendenziale dello 0,6 % dell'occupazione al lordo della Cig (-0,4% al netto della Cig). Sotto il profilo retributivo, nei dodici mesi e al netto dei dipendenti in Cig, la retribuzione lorda per dipendente in maggio risulta lievemente superiore all'inflazione, con un incremento del 2,8%(il costo del lavoro nei dodici mesi è cresciuto del 3%). Tra gennaio e maggio 2011, invece, l'incremento della retribuzione lorda è stato dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2010.

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