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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2011 alle ore 08:10.

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di Marco Mobili e Marco Rogari
ROMA. Pensioni di anzianità, riforma dell'assistenza e sanità. Ma anche tagli ai costi della politica e l'avvio già dal 2012 della tassazione delle rendite finanziarie. Sono i principali temi cui starebbe lavorando il Governo nel mettere a punto il piano di azione che dovrà consentire all'Italia di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto all'iniziale 2014.

E, come ha chiesto il presidente uscente della Bce Jean-Claude Trichet, nella lettera inviata al Governo la settimana scorsa, l'Italia dovrà fare anche meglio cercando di arrivare alla riduzione del rapporto deficit/pil già dal 2012 con l'obiettivo di portarlo all'1 per cento. Un impegno in questo senso sarebbe stato assunto formalmente da Silvio Berlusconi in risposta alla missiva Trichet-Draghi.

Un'operazione complessa, difficile da realizzare in tempi brevi e su cui al Tesoro starebbero mettendo a punto più di un piano di azione. Quello minimo prevederebbe un anticipo da 20 miliardi cui si devono aggiungere i 5,5 miliardi di manutenzione già previsti dalla manovra varata a metà luglio. La seconda opzione allo studio ancora più improntata al rigore sarebbe quella di prevedere un ulteriore irrobustimento della manovra per un importo complessivo tra gli 8 e i 10 miliardi così da far salire il saldo finale da 47,9 miliardi attuali a quasi 60. In questa eventualità la correzione scatterebbe quasi tutta nel 2012 e verrebbe in gran parte coperta da una stretta ulteriore sulle pensioni di anzianità. Su questo si profila il blocco temporaneo dei trattamenti o in alternativa l'anticipo al 2012 di quota 97 (36 di contributi e 61 di età) fino a farla salire a quota 99/100.

Oltre alla stretta sulle pensioni ci studiano interventi mirati anche sulla sanità. Dalla Salute non escludono maggiori risparmi con un anticipo di un anno di alcuni tagli previsti dalla manovra di luglio: avvio dei costi standard e introduzione, già a partire dal 2013, di ticket per i ricoveri inappropriati.

Il gioco all'anticipo delle misure potrebbe coinvolgere anche l'attuazione del federalismo con l'avvio, già dal 2012 anziché 2014, della nuova imposta municipale (Imu). Mentre si è acceso il confronto tra Pdl e Lega sull'opportunità o meno di introdurre una patrimoniale, almeno sui grandi patrimoni.

Al di là del dibattito sulla patrimoniale e al ventilato ritorno dell'Ici sulla prima case, bocciate comunque dal Premier, a Via XX Settembre il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, con il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, hanno lavorato nell'intera giornata di ieri alla messa a punto della modifica all'articolo 81 della Costituzione che dovrà prevedere l'obbligo del pareggio di bilancio. Su questo Tremonti riferirà domani alle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato. Durante la messa a punto dell'informativa sarebbe stata valutata anche l'ipotesi di accorpare in un unico Ddl costituzionale le modifiche sul pareggio di bilancio e sui costi della politica.

Il Governo dovrebbe scoprire oggi le carte nel corso dell'incontro con le parti sociali convocate a Palazzo Chigi per un secondo round sul patto per la crescita. In dubbio fino a ieri sera la partecipazione al confronto di Berlusconi. Sul tavolo l'Esecutivo sarebbe comunque pronto a bilanciare l'impatto della stretta su pensioni, assistenza e sanità con interventi concreti sui costi della politica e sulle semplificazioni amministrative. Cui si aggiungerebbe l'avvio già dal 2012 dell'armonizzazione della tassazione delle rendite finanziarie.

L'intervento sarebbe possibile se il Governo riuscirà a incassare la delega sulla riforma assistenziale e fiscale già nel mese di ottobre e poi varare subito i decreti delegati. Allo stesso tempo a via XX settembre, sempre ieri, sarebbe stata valutata anche la possibilità di tagliare i tempi abbandonando la delega e facendo confluire i contenuti dei decreti delegati in provvedimenti d'urgenza. Secondo la delega presentata attualmente alla Camera il Governo vuole introdurre per i redditi di capitale e i redditi diversi di natura finanziaria un'aliquota unica del 20% al posto delle attuali aliquote del 12,5% e del 27%. Restano esclusi i titoli pubblici, mentre verrebbe prevista un'aliquota più bassa rispetto a quella del 20% da applicare alle rendite derivanti dai piani di risparmio a lungo termine e dalla previdenza complementare.

L'avvio della tassazione al 20% delle rendite nel 2012 sarà comunque preceduta da un regime transitorio per consentire l'applicazione delle aliquote delle ritenute e delle imposte sostitutive in vigore sulle rendite maturate fino alla data di entrata in vigore delle nuove regole.
L'anticipo della delega fiscale e assistenziale potrebbe portare con se anche l'aumento di un punto dell'Iva, espressamente previsto come misura per finanziare il nuovo fisco e sollecitata dalle imprese in cambio di una riduzione dell'Irap.

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