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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2011 alle ore 08:51.
Caro Direttore,
abbiamo molto apprezzato l'attenzione del Sole 24 Ore al tema degli Eurobond (Eb), di recente "bocciati" dal vertice Merkel-Sarkozy del 16 agosto per paura che Francia e Germania debbano pagare debiti di altri Paesi.
Noi crediamo invece che gli Eb servano all'unità, alla stabilità e alla crescita dell'Unione economica e monetaria (Uem) e all'euro e quindi alla Ue. Bisogna però progettare bene gli Eb partendo da una impostazione economico-istituzionale che adotteremo nel seguito (senza rinvii ad altre, salvo a una di Quadrio Curzio sul Mulino 2/2011).
Distinguiamo quattro tipologie genericamente definite di Eb di cui una sola attuata, gli StabilityBond (Sb), mentre altre due sono state proposte da tempo - UnionBond (Ub) e EuroBond (Eb) - ma non attuate. Da ultimo presenteremo la nostra proposta che definiamo degli EuroUnionBond (Eub).
Gli UnionBond (Ub). Questi titoli di debito pubblico "europeo" a lungo termine furono proposti dal presidente della Commissione europea Jacques Delors nel Libro bianco "Crescita, competitività, occupazione" del 1993. Gli Ub dovevano essere garantiti dal bilancio della Comunità europea per finanziare investimenti in grandi infrastrutture transeuropee i cui ricavi sarebbero andati ai promotori dei progetti medesimi (enti del settore pubblico e ditte private) onerati dagli interessi e dal rimborso degli Ub. Questa proposta è stata spesso ripresa e recentemente anche dal Parlamento europeo.
Una variante limitata degli Ub sono i "projectbond" (Pb) sostenuti da José Manuel Barroso e dalla Commissione europea nel 2010, per realizzare singole infrastrutture europee con finanziamenti nel partenariato pubblico-privato. I Pb andrebbero emessi da privati ma garantiti dal bilancio comunitario e dalla Bei. Ne esistono già alcuni varati dalla Bei e dal "Fondo Marguerite" operativo del 2008 con "core sponsors" costituiti dalle Casse depositi e prestiti (o forme affini) di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e dalla Bei. Si tratta di partecipazioni minoritarie in nuovi progetti di infrastrutture europee per trasporti, energia ed energie rinnovabili.
Gli EuroBond(Eb).Questi titoli dei debito pubblico "europeo" sono stati presentati come mezzo per ristrutturare i debiti pubblici nazionali degli Stati membri della Uem. L'abbiamo avanzata in molti mentre altri l'hanno criticata. Nel dicembre 2010 la proposta è stata fatta sul Financial Times da due ministri dell'economia: Jean-Claude Juncker (presidente dell'eurogruppo) e Giulio Tremonti. Essi partono dalla constatazione che, malgrado le decisioni delle istituzioni della Ue e della Uem, i mercati dei titoli di Stato dei Paesi membri dell'euro rimangono attaccati e attaccabili. Il contrasto dovrebbe venire dagli Eb emessi da una European debt agency (Eda) da sostituire allo European financial stability facility (Efsf). Delors, come altri, ha sottovalutato questo tipo di interventi quasi servissero «solo per colmare i disavanzi del passato».
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