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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 19:08.

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Anche la distribuzione moderna sta pian piano cedendo alla ristorazione commerciale. Una piacevole concessione, diciamolo. Basta ascoltare i giudizi della clientela. Perché a chiederlo sono gli stessi consumatori: secondo una ricerca Popai, il 77% degli italiani ritiene infatti che un ristorante a marchio Esselunga o Coop potrebbe praticare prezzi più convenienti. Per il 34%, tra l'altro, si tratterebbe di una scelta corretta per far provare la qualità dei prodotti venduti nella grande distribuzione organizzata (Gdo).
Che i retailer diano inizio alle grandi manovre di avvicinamento al mondo della ristorazione?

Con un fatturato 2010 di 9,775 miliardi di euro, 2.900 punti vendita e oltre 6milioni di famiglie clienti fedeli (fonte: dati aziendali), Conad detiene una quota di mercato di quasi il 10 per cento. E sembra sia proprio la cooperativa bolognese ad essere in testa nell'approccio al settore ristorativo, dopo l'accordo siglato con l'Unione italiana ristoratori (Uir) e il Charming italian chef (Chic). Il fine è quello di promuovere la conoscenza e la valorizzazione dei prodotti alimentari tradizionali italiani proposti nella gamma Sapori&Dintorni Conad. Il messaggio lanciato, insomma, sembra quello che gli chef gradiscono e si affidano ai prodotti alimentari firmati dalla grande distribuzione organizzata. Questa intesa prevede la sponsorizzazione di eventi, la creazione di ricette con questi prodotti, la pubblicazione di guide e la presenza su riviste specializzate sul gusto. E naturalmente l'espansione degli store Sapori&Dintorni, già presenti in diversi punti, anche nei principali aeroporti europei e città d'arte italiane.

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