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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 19:07.

Si scrive ristorazione collettiva, si legge servizio globale. Le società del settore B2 B devono lavorare a tutto tondo: gestire i rapporti con i fornitori, garantire i clienti (comuni, asl, aziende private), offrire buoni prodotti agli utenti finali (bambini, malati, impiegati). Un impegno che richiede un'alta specializzazione organizzativa, che deve fare i conti con i problemi di tipo economico dovuti ai ritardi nei pagamenti, specie della pubblica amministrazione, e che deve sempre soddisfare due principali aspettative: prezzo e qualità. Pur se le tendenze di mercato spingono a prestare più attenzione al primo che alla seconda.
Un cortocircuito, quello tra prezzo e qualità, che non è una novità per il settore ma che si cerca di contenere al massimo. Perché offrire un pasto scadente significa compromettere la salute delle persone. Ne sono coscienti i grandi gruppi: ne va di mezzo la responsabilità sociale di impresa. Così continuano ad avviare programmi di tutela alimentare e attività di informazione per genitori, bambini e anziani, scelgono prodotti sostenibili, investono su logistica, tecnologia, e sulla formazione del personale per l'uso dei nuovi macchinari. E allestiscono nuovi canali di dialogo con il pubblico. Ecco alcuni casi aziendali:
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