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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2011 alle ore 07:57.

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di Davide Colombo
ROMA. Un condono (che potrebbe poi trasformarsi in concordato di massa) e la stretta sulle pensioni di anzianità. Dopo il via libera definitivo di Montecitorio alla manovra correttiva da 54 miliardi per il pareggio di bilancio nel 2013 prendono sempre più forza le ipotesi di nuovi interventi capaci di assicurare la tenuta dei saldi. E interpretando le mosse del governo sul fronte degli ordini del giorno approvati ieri, sono proprio il fronte fiscale e previdenziale a incassare i «via libera» più significativi.

Se il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, smentisce nuove misure sulla previdenza («il nostro sistema è uno dei più solidi al mondo») è un fatto che il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, ha accolto due ordini del giorno in materia. Il primo, presentato dal leghista Gianluca Pini impegna il Governo a scontare di un anno per ogni figlio naturale l'aumento del requisito per la pensione di vecchiaia delle dipendenti private.

Più articolato il secondo odg accolto e che ha come primo firmatario Giuliano Cazzola (Pdl). Si propone di inserire nella delega per la riforma fiscale e assistenziale che il Parlamento dovrebbe approvare entro l'autunno anche un capitolo previdenziale. Si parte dall'armonizzazione finale dei requisiti di pensionamento con il superamento delle anzianità (sia per «quota» sia per chi ha 40 anni di contributi) e si prosegue con il riordino delle contribuzioni figurative, dei criteri di acceso alla totalizzazione e alla ricongiunzione e di quelli per le pensioni ai superstiti.

Il testo si completa con un invito alla semplificazione della governance delle casse privatizzate dei professionisti e il completamento del riordino degli enti previdenziali; indicazione quest'ultima che si ricollega a un contenuto preciso della manovra approvata: la spending review e l'accorpamento degli ultimi enti minori in Inps e Inail.

Sul fronte fiscale il via libera del Governo all'ordine del giorno di Domenico Scilipoti (Popolo e territorio) sulla possibilità di un nuovo condono tombale, nonostante dall'Economia continuino ufficialmente a ritenere questa strada impercorribile perché ritenuta una tantum, potrebbe aprire la via a una possibile sanatoria. Certamente non tombale perché bocciato già una volta da Bruxelles, il condono potrebbe vestire i panni di un concordato di massa da legare a quanto prevede la delega fiscale nella parte in cui, almeno sul futuro, contempla un concordato preventivo biennale.

Sul passato il Fisco potrebbe, in sostanza, proporre ai contribuenti un accertamento con un abbattimento del 20-30% delle pretese, riconoscendo poi a quanti hanno accettato l'offerta, la rinuncia a ogni forma di accertamento analitico-induttivo. Con possibilità, secondo quanto prevede la proposta già formulata da Maurizio Leo (Pdl), di agganciare nella stessa proposta anche la capacità contributiva del contribuente. In quel caso l'adesione al concordato metterebbe al riparo il lavoratore autonomo o l'imprenditore anche dall'applicazione del nuovo redditometro.

Fuori dal gioco degli ordini del giorno accolti verrebbero poi le misure per lo sviluppo, necessariamente a «costo zero», e gli interventi destinati ad assicurare una riduzione del debito. La strada indicata dal Tesoro è quella delle privatizzazioni: delle società controllate, dei concessionari e delle utilities locali. ma anche di parte del patrimonio immobiliare, tramite la costituzione di società ad hoc. L'obiettivo è garantire risorse consistenti (si è parlato di 400 miliardi) per un forte taglio dello stock del debito. Massimo Corsaro, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera e autore della proposta sul debito, ieri ha ricevuto una telefonata dal ministro Giulio Tremonti: «Se non interveniamo sul debito - ha detto Corsaro - é difficile avere risorse per le misure sociali e lo sviluppo». Il lavoro di sponda tra via XX settembre e Montecitorio, dunque, va avanti.

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