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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2011 alle ore 10:11.

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Il leitmotive è «guardare avanti». Gli imprenditori bresciani riconoscono il momento di difficoltà per tutta l'industria, ma allo stesso modo, ritengono che la crisi non sia un alibi sufficiente per smettere di investire. Per smettere, in una parola, di essere imprenditori. Una presa di posizione confermata dai fatti.

Sarà un caso, ma c'è un'intera generazione di imprenditori bresciani che in questo momento sta investendo in macchinari, ampliamenti, traslochi produttivi. «Sono tutte imprese fortemente orientate all'export – spiega il presidente dell'Aib, Giancarlo Dallera –, che hanno effettuato, o stanno effettuando, investimenti significativi: sono messaggi di fiducia che, mi auguro, non vengano interrotti. Voglio sottolineare come nonostante le incertezze espresse dalla politica e nonostante i mercati finanziari evidenzino condizioni di difficoltà, ci sono imprenditori che non rinunciano a sviluppare le loro aziende: questa non è solo una testimonianza di orgoglio e di coraggio imprenditoriali, ma è soprattutto un'espressione di responsabilità verso i collaboratori e, quindi, verso la comunità».

Il lumezzanese Aldo Bonomi, per esempio, ha avviato all'inizio di settembre un nuovo impianto produttivo (rubinetti e valvole) in una nuova sede, costata 30 milioni, spostando di circa 30 km parte della sua attività, tradizionalmente concentrata in Valtrompia.
«Ora abbiamo più spazio, c'è una maggiore efficienza logistica – spiega Bonomi –. Possiamo razionalizzare la produzione, puntare su produzioni diverse, utilizzando anche l'acciaio oltre all'ottone, diversificando la gamma». Il nuovo sito produttivo delle Rubinetterie Bresciane occupa 17mila mq. Nei prossimi anni Bonomi intende investire altro denaro, per realizzare un maximagazzino, centralizzando gli uffici, espandendo il sito fino a 55mila mq. «Questo stabilimento è ultramoderno – dice con orgoglio Bonomi –. L'imperativo ora è concentrarci sul core business e spingere di più, perchè il mercato resta difficile. Siamo preoccupati, ma ottimisti».

Ha origini lumezzanesi anche Attilio Camozzi. L'imprenditore, però, ha da tempo radicato la sua attività a Polpenazze, sul Garda. E qui sta progettando un ampliamento del sito produttivo, per un totale di circa 15mila mq. «Ospiterà il magazzino centralizzato di tutto il gruppo e alcuni centri di assemblaggio e di lavorazione per la pneumatica – spiega Ludovico Camozzi, figlio del titolare e amministratore delegato del gruppo –. Ci metteremo un anno a completare l'investimento, ma è necessario per proseguire nel nostro riposizionamento su nuovi settori, come per esempio l'health care, che richiede elettronica, miniaturizzazione, nuovi materiali». Una scelta controcorrente? «Stiamo seguendo semplicemente il piano industriale programmato da tempo – minimizza Camozzi –. È vero che c'è la crisi, ma lo sviluppo del gruppo non si arresta. Anzi, la crisi ci spinge ad adeguare la nostra produttività in termini di velocità, controllo della supply chain, innovazione».

L'elenco delle nuove iniziative registrate in questi mesi sul territorio bresciano è lungo. La Castellini, azienda meccanica specializzata nel taglio e nella saldatura a laser (ha recentemente ottenuto una commessa per la nuova centrale nucleare di Flamanville), ha da poco inaugurato un cantiere per trasferire parte delle sue produzioni. Altre aziende hanno investito in piena crisi o si accingono ad inaugurare cantieri proprio in questi giorni: è il caso dell Ghial di Castegnato (fonderia di alluminio), che ha da poco avviato l'attività in una nuova sede, della Franchini Acciai, e della Ab Energy di Orzinuovi, che intende raddoppiare la produzione.

Marco Bonometti, titolare delle Officine meccaniche Rezzatesi (il gruppo è attivo nella subfornitura per componentistica auto, con stabilimenti in India, Brasile, Cina, Marocco), si prepara proprio in questi giorni a realizzare un nuovo capannone da 20mila mq. Ma quello che lo preoccupa non è la spesa che deve affrontare. «Investiremo 30 milioni – spiega –. Installeremo nuove linee automatizzate per realizzare i sottobasamenti per il motore diesel della General Motors. Inizieremo a produrre all'inizio del 2012. Vogliamo assumere un centinaio di persone, ma facciamo fatica a trovare personale: al momento ne abbiamo selezionati solo cinquanta».

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