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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2011 alle ore 15:36.

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Parisi: Confindustria forte se rappresenta le esigenze di tutte le imprese
«L'uscita della Fiat dalla Confindustria segna un indebolimento che il sistema delle imprese, in questo momento di crisi economica, non può permettersi», così Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale che, nell' esprimere grande preoccupazione rispetto alla recente decisione del vertice della casa automobilistica di uscire dalla massima rappresentanza degli industriali italiani, afferma invece la necessità per Confindustria di «ritrovare la capacità di rappresentare le esigenze di tutte le imprese».

«Su tutte le grandi questioni – continua Parisi- le regole del mercato del lavoro, le politiche fiscali, il rilancio degli investimenti, la modernizzazione e digitalizzazione del Paese, occorrono azioni coerenti con quanto è emerso dalle assise di Bergamo e con l'accordo del 28 Giugno. E' assolutamente necessario dare immediatamente risposte chiare a questo disagio che non deve contagiare altre imprese. Le imprese italiane possono fare molto per la crescita e devono essere messe in condizioni di competere sui mercati internazionali mantenendo gli investimenti in Italia. Il nostro primo vincolo è l'iper-regolazione del mercato del lavoro: la sua rimozione deve continuare a essere una priorità dell'agenda di Confindustria».

«La Fiat negli ultimi anni, con gli accordi sindacali di Pomigliano e Mirafiori- conclude il presidente di Confindustria Digitale - ha svolto una funzione molto importante in questa direzione. Della sua azione potranno beneficiare tutte le imprese italiane. Se questi accordi dovessero rimanere un caso isolato, il danno per il nostro sistema economico sarebbe gravissimo».

Fiat: dichiarazione di Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda
"Negli ultimi anni, anche per effetto della globalizzazione sempre più vasta e della volontà di concorrere alle soluzioni delle crisi, il quadro delle relazioni industriali si è comunque evoluto significativamente. Hanno concorso varie volontà, dal Governo a Confindustria, dalle Associazioni territoriali al Sindacato e certo anche l'impegno di discontinuità di Fiat. La discontinuità odierna di Fiat, per quanto preannunciata, non cade secondo me in un quadro di immobilismo, e certo mi rammarica» dice
Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda, in una nota. Mi riconosco al 100% nel comunicato del Comitato di Presidenza di Confindustria anche nella parte in cui auspica una soluzione della questione che veda una rinnovata collaborazione, nel rispetto delle regole associative, di Fiat con le Associazioni territoriali di Confindustria, come peraltro la stessa Fiat ha affermato poter avvenire."

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