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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2011 alle ore 19:40.
L'ultima modifica è del 04 ottobre 2011 alle ore 15:07.

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Tremonti: conti sicuri anche con crescita zeroTremonti: conti sicuri anche con crescita zero

Lo dice in coda alla conferenza stampa che segue l'Ecofin. Ma quel riferimento alla Spagna, al miglior andamento del differenziale tra i Bonos iberici e i Bund tedeschi rispetto agli affanni dei nostri Bot - forse perché, è il ragionamento, loro andranno al voto anzitempo - è bastato a scatenare un mezzo putiferio in sala stampa. Costringendo Giulio Tremonti a una repentina correzione in corsa. «Non mi riferivo all'Italia, ho detto così per dire».

Brunetta lo rimbrotta: stupidaggini. E il ministro corre ai ripari
L'affermazione potenzialmente esplosiva, però, resta, come pure il clamore tra i giornalisti. Tanto che, a stretto giro, anche il portavoce del ministro si affretta a chiarire. «"Cuius regio,eius religio". Da sempre quando parla all'estero con la stampa il ministro Tremonti evita temi italiani. Il riferimento agli spread spagnoli era ed è di conseguenza sclusivamente relativo alla Spagna e non all'Italia». L'opposizione si scatena rapidamente («il re è nudo, Tremonti lo ha capito», è il refrain), ma anche la maggioranza si mostra spiazzata dalla sortita del titolare dell'Economia («ogni tanto anche i professori seri dicono stupidaggini», è il rimbrotto di Renato Brunetta). Ecco allora la nuova autodifesa del ministro. «Ero in Lussemburgo e non stavo parlando di politica interna italiana. Ogni Paese ha la sua particolare situazione - chiarisce ancora Tremonti -. L'Italia ha appena fatto il pareggio di bilancio e sta facendo la legge di stabilità. Ogni riferimento alla politica interna italiana è di conseguenza totalmente infondato e strumentale».

Con pareggio conti in ordine anche senza crescita
ll resto passa quindi in secondo piano. Anche se, da Lussemburgo, il ministro è tornato a elogiare la scelta dell'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2013. «Con il pareggio bilancio noi abbiamo la tenuta dei conti anche in assenza di crescita, è meglio avere la crescita certo, ma il pareggio è una sicurezza». Quanto alla crisi, aggiunge il titolare di Via XX Settembre - che oggi ha inviato una lettera al Parlamento per chiedere massima priorità nell'esame della nota di aggiornamento del Def - «l'epicentro è in Europa, gira attorno al rischio sovrano e da ultimo si vede l'effetto nei crediti bancari, rispetto a quanto emerso nelle riunioni del Fmi a Washington le cose non sono cambiate».

Il ministro: Italia forse unico paese con avanzo primario
Tremonti difende quindi la strategia dell'esecutivo. «Se si guarda la tabella dell'Fmi, l'Italia è uno dei pochi paesi che ha l'avanzo primario di bilancio pubblico, un elemento che contribuisce alla discesa del nostro debito. Un avanzo primario che continua a crescere. Il ragionamento sulla riduzione del debito pubblico va fatto in questo modo, abbiamo poi la garanzia che ci viene dall'introduzione del vincolo del pareggio del bilancio. Noi siamo sulla strada giusta, non sono numeri nostri ma del Fondo». Vero è, ammette Tremonti, «che preferirei non avere un avanzo primario, magari avere anche il deficit ma con un debito più piccolo». Per l'Italia, però, «avere un avanzo primario è necessario».

Pensioni: il nostro sistema considerato solido dall'Ue
Insomma, nessun passo indietro rispetto alla strategia delineata nelle ultime due manovre approvate dal governo. Certo resta ancora molto da fare, ma per il momento non sono alle viste cambi di rotta, a cominciare dalle pensioni. «In Europa noi abbiamo una valutazione sul nostro sistema di pensioni molto buona in merito a solidità e stabilità e io mi riconosco in quel giudizio». Il resto, replica il ministro a chi lo interpella sull'ipotesi di innalzamento dell'età pensionistica, «sono considerazioni politiche nazionali che si fanno a Roma».

Eurobond? Solo se si rafforza governance Ue
Ma a tenere banco nella riunione dell'Ecofin è il rischio fallimento per la Grecia. Tremonti, però, sottolinea che «tutti gli sforzi» dei paesi europei sono «tesi a evitare il default» di Atene. «Questa è la posizione dei capi di stato e di governo», chiarisce ancora il titolare dell'Economia. Che torna poi su un'idea a lui molto cara, quella degli eurobond. «Se li vogliamo - ammette - dobbiamo avere un livello maggiore di governance» nell'Ue. «La discussione fra ministri e anche in politica, ad esempio nel partito popolare, è che serve una governance più forte, un'architettura istituzionale più forte». «Certo occorre modificare il trattato» spiega Tremonti. «Con maggiore disciplina controlli e sanzioni in contropartita ci può essere consolidamento fiscale».

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