Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2011 alle ore 19:02.

My24


CAMBRIDGE – Si può proprio dire che i prezzi degli idrocarburi, dei minerali e dei beni agricoli siano sulle montagne russe da un po’. Anche se i prezzi delle materie prime sono da sempre più variabili di quelli di manufatti e servizi, i mercati delle commodity negli ultimi cinque anni hanno visto una instabilità straordinaria, quasi senza precedenti.

I paesi specializzati nell’esportazione di petrolio, rame, ferro, grano, caffè o altri prodotti di base hanno visto una forte espansione, ma sono estremamente vulnerabili. Il prezzo in dollari delle commodity può crollare in qualsiasi momento, a seguito di una nuova recessione, di un aumento nei tassi di interesse reali negli Stati Uniti, delle fluttuazioni del clima, o di fattori aleatori specifici ad un determinato settore.

Sono particolarmente vulnerabili i paesi indebitati in dollari o in altra valuta straniera. Se i loro proventi dalle esportazioni precipitassero relativamente agli interessi sulle obbligazioni, ne potrebbero risultare crisi simili a quelle del 1982 in America Latina o alla crisi valutaria del 1997-1998 in Asia e Russia.

Molti paesi in via di sviluppo hanno fatto progressi dagli anni novanta nel passare dall’indebitamento in dollari ad investimenti diretti esteri e ad altre tipologie di flussi di capitali, o nel pagare del tutto i loro debiti. Ma alcuni esportatori di commodity cercano tuttora strade di credito che non li esponga ad eccessivi rischi.

I commodity bonds possono offrire un modo pulito per aggirare questi rischi. Chi esporta una qualsiasi particolare commodity dovrebbe emettere obbligazioni con valore nominale in termini del prezzo di quel particolare bene, piuttosto che in dollari o in qualsiasi altra valuta. La Jamaica, per esempio, dovrebbe emettere titoli sull’alluminio; la Nigeria sul petrolio; la Sierra Leone dovrebbe emettere titoli sul ferro; e la Mongolia sul rame. Gli investitori sarebbero in grado di comprare titoli del caffè del Guatemala, del cacao della Costa d’Avorio, della gomma della Liberia, e titoli del cotone del Mali, e dei legami d’oro del Ghana.

Il vantaggio di tali obbligazioni consiste nel fatto che in caso di calo del prezzo mondiale della commodity sottostante, il rapporto debito- export non ha bisogno di crescere. Il costo degli interessi sul debito si aggiusta automaticamente, senza le gravi perturbazioni che derivano dalla perdita di fiducia, crisi, riconversione del debito, e così via.

L’idea non è nuova. Quindi perché non è stata sperimentata prima? Quando questo interrogativo viene posto ai ministri della Finanza dei paesi debitori ed esportatori di materie prime, questi spesso rispondono di temere una domanda insufficiente per questo tipo di titoli.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi