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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 12:03.

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Crisi: vulnerabilità Italia ha radici nazionali
Nel suo discorso il Governatore di Bankitalia formula così una disamina lucidissima della crisi che investe l'Eurozona e il nostro Paese. «L'aggravarsi della crisi ha una dimensione mondiale ed europea, ma la particolare vulnerabilità dell'Italia ha radici nazionali». Ed eccoli i mali che impediscono al Paese di ripartire con celerità. «L'alto livello del debito pubblico, i dubbi sulle prospettive di crescita della nostra economia, le incertezze e i ritardi con cui si provvede alla correzione degli squilibri e alle misure di rilancio della crescita».

Dopo sei mesi di ristagno Pil è ripartito ma a ritmi molto modesti
Secondo il futuro presidente della Bce, «dopo sei mesi di sostanziale ristagno, nel secondo trimestre di quest'anno il prodotto in Italia è tornato a crescere ma a un ritmo molto modesto. Le vendite all'estero, che pur continuano a sostenere l'attività economica, risentono del minor vigore della domanda mondiale. Nei sondaggi», rileva ancora Draghi, «le imprese segnalano un indebolimento delle prospettive a breve termine e un deterioramento dei giudizi sulle condizioni per investire.

Urge governance che combini disciplina di bilancio e solidarietà
Sulla domanda interna pesano poi, rimarca poi Draghi, «la debolezza del reddito disponibile delle famiglie, la lenta ripresa dell'occupazione, la stessa incertezza sulle prospettive dell'economia». Anche in Europa la frenata è evidente. «I rischi di un indebolimento ulteriore delle prospettive di crescita», avverte il governatore, «sono significativi, in un contesto di forte incertezza». E secondo il futuro numero uno dell'Eurotower, «è urgente darsi una governance in cui disciplina di bilancio e solidarietà trovino reciproco supporto». È necessaria inoltre «l'immediata attuazione degli strumenti di sostegno finanziario per la gestione della crisi». E tuttavia tutto ciò sarà inutile «senza una risposta risolutiva e duratura che venga da adeguate politiche nazionali, che promuovendo la crescita
rimuovano gli squilibri delle finanze pubbliche».

Le nostre banche in grado di rispondere a sfidasu aumenti di capitale
Draghi è altresì convinto che il nostro sistema bancario sia sufficientemente solido per rispondere alle prossime sfide che attendono i mercati. «Le banche devono essere pronte ad aumenti di capitale anche in futuro», osserva il Governatore secondo cui «elevate dotazioni di capitale permettono di fronteggiare il peggioramento ciclico, di contenere il costo della raccolta sui mercati». In più occasioni, ribadisce il prossimo presidente della Bce, «abbiamo insistito affinchè le banche realizzassero aumenti di capitale. La risposta è stata finora pronta e confidiamo che così sarà anche in futuro».

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