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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2011 alle ore 18:52.

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Jeffrey D. SachsJeffrey D. Sachs

NEW YORK – Un famoso principio dell’economia sostiene che il costo dei servizi (come sanità ed educazione) tende a crescere in relazione al costo dei beni (come prodotti alimentari, olio e macchinari). Il che sembra vero dato che in tutto il mondo gli individui possono a malapena permettersi i costi, in continua crescita, della sanità e dell’istruzione che sembrano aumentare ogni anno più rapidamente dell’inflazione complessiva. Tuttavia, una forte riduzione dei costi della sanità, dell’educazione e di altri servizi sembra ora possibile grazie alla rivoluzione informatica in atto.

Il costo dei servizi rispetto ai costi dei beni dipende dalla produttività. Se il sistema agricolo ottimizza la coltivazione dei prodotti alimentari mentre il sistema educativo migliora di poco l’insegnamento ai ragazzi, il costo dei prodotti alimentari tenderà a scendere rispetto al costo dell’educazione. Inoltre, la proporzione della popolazione che lavora nel campo dell’agricoltura tenderà a diminuire in quanto sarà necessario un numero inferiore di agricoltori per sfamare l’intero paese.

Questo è il modello a lungo termine che abbiamo osservato finora: la quota di forza lavoro impiegata nella produzione dei beni è diminuita nel tempo, mentre il costo dei beni è sceso rispetto al costo dei servizi. Nel 1950 il 4% circa della popolazione degli Stati Uniti era impiegato nell’agricoltura, il 38% nell’industria (compresa l’industria mineraria, edile e manifatturiera) ed il 58% nei servizi. Nel 2010 le proporzioni sono risultate rispettivamente al 2%, al 17% e all’81% circa. Nel frattempo, i costi della sanità e dell’istruzione sono arrivati alle stelle, così come i costi di molti altri servizi.

Ma una rivoluzione della produttività nel settore dei servizi è ora possibile. Da professore lo vivo direttamente con le mie lezioni. Da quando ho iniziato a insegnare, 30 anni fa, è sempre sembrato che la tecnologia fosse più o meno stabile. Facevo la mia lezione della durata di un’ora di fronte alla mia classe. E’ vero che la lavagna classica ha ceduto il passo alla lavagna luminosa e poi a Power Point ma, a parte questo, il sistema di produzione delle classi sembrava essere cambiato poco.

Negli ultimi due anni è cambiato tutto, per il meglio. Il martedì mattina alle otto accendiamo un computer alla Columbia University ed entriamo in una classe globale con altri 20 campus di tutto il mondo. Un professore o un esperto di sviluppo fa una presentazione in un posto e centinaia di altri studenti vi possono partecipare tramite videoconferenza.

L’informatica sta rivoluzionando il modo di tenere le lezioni e riducendo i costi di produzione del materiale educativo di prima qualità. Molte università stanno mettendo le lezioni online in modo che chiunque possa apprendere la fisica, la matematica o l’economia dalle migliori facoltà. In autunno, due professori d’informatica della Stanford University hanno messo i loro corsi online per gli studenti di tutto il mondo ed hanno ora raggiunto 58.000 iscritti.

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