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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2011 alle ore 07:25.

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Che la 'fase due' della crescita sia già cominciata lo dimostrano i fatti. Tutti i dossier che il Governo ha intenzione di approfondire sono già stati aperti: dalle liberalizzazioni alle semplificazioni, dalle infrastrutture alla riforma del lavoro. Dopo la pausa natalizia verranno gradualmente tradotti in altrettanti provvedimenti, per permettere al Paese di aprirsi alla concorrenza e ripartire.

Si comincerà dalle infrastrutture. Prima di Capodanno si potrebbe tenere il Cipe che servirà a chiudere con l'era Tremonti. L'obiettivo del premier Mario Monti e del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, è quello di arrivare a un elenco certo di opere finanziate, superando lo stato di incertezza creato dai tagli al Fas ancora da fare per circa 3,5-4 miliardi e dalle lunghe liste di opere «revocabili» per 7-8 miliardi volute dall'ex ministro dell'Economia.

Dopo le feste è atteso anche un decreto legge che renda più appetibile per i capitali privati il ricorso al project financing.
Piuttosto corposo si annuncia poi il capitolo liberalizzazioni. Almeno negli annunci del Governo. nel mirino ci sono tutti i settori 'attenzionati' dall'Antitrust nei mesi scorsi. L'intenzione è di dare finalmente seguito al Ddl annuale sulla concorrenza prevista dalla legge sviluppo del 2009 con l'intenzione di recepire le segnalazione dell'Autorità per la concorrenza ma finora mai sfruttata.

Oltre a una norma cornice che consenta di aprire l'accesso alle attività economiche nel loro complesso è attesa la riproposizione delle misure su farmaci di fascia C e taxi che avevano fatto capolino nella manovra, salvo uscirne ridimensionati (i primi) o uscirne del tutto (i secondi). Ma nel mirino del ministro Passera ci sono anche le concessioni autostradali giudicate dall'Antitrust, insieme a quelle aeroportuali, di durata eccessiva. Dell'elenco potrebbero poi fare parte i carburanti, dove si potrebbe andare verso la libertà di approvvigionamento dei gestori, il gas e le poste.
Sempre a proposito di liberalizzazioni ‐ stavolta fatte però visto che si sta parlando di quelle del commercio contenute nel decreto 'salva-Italia' approvata ieri in via definitiva ‐ va registrata la decisione degli edicolanti di sospendere la serrata di tre giorni (27, 28 e 29 dicembre) dopo la promessa dell'Esecutivo di aprire dal 10 gennaio un tavolo di confronto per ascoltare le richieste della categoria.

Sui contenuti dello stesso Dl è tornato anche il responsabile dello Sviluppo economico. Nel question time alla Camera, Passera si è soffermato sulla nascita dal 1° gennaio dell'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali con cui si «porta a compimento il processo di separazione tra soggetto concedente e concessionario». L'agenzia, ha spiegato il ministro, si occupa di «programmazione, costruzione di nuove strade statali e autostradali, adotta i provvedimenti per la sicurezza del traffico e, in qualità di amministrazione concedente, seleziona i concessionari, vigila e formula proposte sulla regolazione e variazione tariffaria». Laddove all'Anas resta la funzione di concessionario.
Tornando alla fase due in programma c'è inoltre un nuovo piano di semplificazioni che usciranno dal tavolo già avviato tra Sviluppo e Pubblica amministrazione. Un paio sembrano già delineate. E potrebbero riguardare, da un lato, il taglio degli oneri amministrativi per le imprese agricole e, dall'altro, uno snellimento del quadro regolatorio della Conferenza dei servizi nel settore degli appalti.

Il cerchio si chiude con il capitolo lavoro. Archiviate le polemiche sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, il confronto tra Governo e parti sociali si riaprirà in gennaio su due temi principali. Dopo la riforma delle pensioni che ha decretato l'addio definitivo al metodo di calcolo retributivo, bisognerà adeguare l'assetto degli ammortizzatori sociali ai nuovi requisiti di pensionamento (l'intenzione è di allargare il più possibile l'attuale sistema di protezione mantenendone la base mutualistica). Il secondo punto del confronto riguarda invece il mercato del lavoro e le sue regole. Tutti concordano che si deve procedere a una razionalizzazione delle centinaia di norme che si sono cumulate negli ultimi anni mentre i distinguo si aprono sulle forme di flessibilità in uscita. Il Governo guarda al caso Danimarca, con il superamento del reintegro giudiziario sui licenziamenti individuali legati a crisi economica. Ma la partita deve ancora cominciare. (di Eu. B. e D. Col.)

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