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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2012 alle ore 17:01.

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Dopo una trattativa di 14 ore, conclusasi l'altra notte all'una e mezza, Fim, Uilm e Fiom palermitane hanno trovato un accordo, con Regione Sicilia ed azienda, su cassa integrazione ed esuberi per il sito Fincantieri di Palermo. Nessuna schiarita, invece, sulla vertenza relativa al cantiere di Genova Sestri, aperta dalla sola Fiom, in linea con il no che le tute blu della Cgil hanno opposto all'accordo di riassetto firmato da Fim e Uilm lo scorso 21 dicembre e approvato martedì dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera.

I lavoratori dello stabilimento genovese continuano a scioperare e, insieme ad operai dell'indotto e dell'Ilva, ieri hanno nuovamente bloccato, per buona parte della mattinata, la viabilità cittadina e autostradale.
Per quanto riguarda invece l'intesa siciliana, Fim Fiom e Uilm hanno ritrovato l'unità che si era rotta il 20 dicembre quando era stato firmata una prima intesa senza la Fiom, sulla quale, in seguito, anche i rappresentanti locali di Fim e Uilm, in contrasto con le segreterie nazionali, avevano fatto marcia indietro, iniziando uno sciopero che è proseguito fino alla firma notturna dell'accordo.

La nuova intesa specifica che, per i 140 esuberi individuati già col precedente verbale e poi indicati nell'intesa nazionale del 21 dicembre, «l'azienda si impegna a non ricorrere in alcun modo a licenziamenti forzosi». Gli esuberi, insomma, vengono considerati eccedenze che, in caso di mancata riallocazione altrove, saranno reinserite nel cantiere. Le intese prevedono anche che la Cigs, avviata all'inizio del mese per 130 operai, sia gestita a rotazione, coinvolgendo tutti i lavoratori, e non sia a zero ore.
Durante la trattativa, Fincantieri ha annunciato alla Regione di lavorare a un progetto di un prototipo off-shore che, se dovesse trovare un committente, sarebbe assegnato ai cantieri palermitani. «L'accordo unitario raggiunto a Palermo - sostiene Alessandro Pagano della Fiom - rappresenta in concreto la possibilità di modificare l'accordo separato di gruppo del 21 dicembre 2011».

Intanto, però, Costa Crociere (e gli scioperi hanno giocato un ruolo in questo) si appresta a spostare da Palermo, dove erano programmati, al bacino di Marsiglia gestito dai cantieri Mariotti, i lavori di manutenzione ordinaria della Costa Serena. Mentre le proteste di Genova stanno mettendo in pericolo le prove in mare, previste per il 21 gennaio, della nave di Oceania, in costruzione a Sestri e la cui consegna è prevista per marzo, data dopo la quale il cantiere resterà senza lavoro.
Ieri gli operai genovesi guidati dalla Fiom hanno bloccato la viabilità nel Ponente genovese provocando la chiusura della soprelevata cittadina e impedendo l'accesso all'autostrada . Il fermo è terminato intorno alle 12,50. Per oggi non si prevedono cortei ma lo sciopero, con assemblea in cantiere, proseguirà. L'obiettivo della Fiom è un nuovo incontro con Passera o garanzie su nuove commesse per Sestri, dopo marzo.

E benché anche la Fim di Genova e della Liguria chieda «un incontro urgente» al ministero «per definire la missione produttiva dello stabilimento di Sestri», le segreterie nazionali attaccano le tute blu della Cgil. Alberto Monticco, segretario nazionale della Fim, sostiene che la Fiom su Fincantieri, tiene «un comportamento vergognoso, che mette uno contro l'altro i cantieri». Mentre il segretario nazionale della Uil, Anna Rea, afferma che «il ministro Passera ha preso impegni precisi, dicendo che nessun cantiere viene chiuso.
Credo che la Fiom debba fare uno sforzo per smettere di dire no a prescindere». Intanto, alcuni parlamentari genovesi del Pd hanno scritto al vicepresidente della commissione Ue, Antonio Tajani, e a Passera chiedendo di intervenire «affinché Fincantieri non dismetta alcuno dei suoi stabilimenti e inneschi un principio di solidarietà tra i siti del gruppo».

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