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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2012 alle ore 06:41.

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Dallo studio, sottolinea il vicepresidente della Commissione Ue e responsabile per l'industria Antonio Tajani, «emerge chiaramente che il sostegno al potenziale delle Pmi deve essere al centro delle politiche dei governi per uscire dalla crisi e creare occupazione. La strategia europea dello Small Business Act indica le vie maestre da seguire: più accesso ai capitali, meno burocrazia e sostegno all'internazionalizzazione». Tajani ricorda la strada tracciata da Bruxelles, «condivisa anche dalla presidenza di turno danese della Ue»: dal piano per facilitare l'accesso ai capitali per le piccole imprese, presentato nel dicembre scorso insieme al responsabile del Mercato Interno Michel Barnier, alla «lotta senza quartiere a burocrazie e ostacoli al business», anche col supporto dei Mister Pmi nazionali, per aprire un'impresa in tre giorni con soli 100 euro fino alla nuova strategia sull'internazionalizzazione (si veda nell'articolo in basso).
Riguardo all'Italia, aggiunge il vicepresidente, «dagli incontri avuti con il Ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera è emersa una completa identità di vedute sui temi di particolare urgenza come i ritardi di pagamento e l'accesso al credito».
Il rapporto, gli fa eco Stefano Manzocchi, direttore della Luiss Lab of European Economics, «conferma che le imprese italiane nel recente passato sono rimaste sole. La classe politica dovrebbe leggere bene questo studio per non ripetere gli stessi errori. Le misure che il governo Monti sta preparando sul fronte della liberalizzazioni e degli aiuti alle imprese vanno nella giusta direzione. Il prossimo passo dovrà essere quello di una pubblica amministrazione più aperta alle esigenze delle Pmi».
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La spinta dei «piccoli»
01 |LARGO ALLE START UP
Facilitare la creazione di parchi tecnologici, incoraggiare gli incubatori di impresa
02|ACCESSO AL CREDITO
Migliorare l'accesso al credito e accorciare i tempi dei pagamenti
03 |INNOVAZIONE
Accrescere l'innovazione delle Pmi con maggiori investimenti in Ricerca e Sviluppo
04|MENO BUROCRAZIA
Ridurre i costi della burocrazia per le micro e le piccole imprese
05|FORMAZIONE CONTINUA
Incoraggiare gli investimenti nella formazione continua anche per i "piccoli"
I NUOVI OCCUPATI
È la percentuale di crescita dell'occupazione registrata nelle Pmi europee dal 2002 al 2010, il doppio rispetto alle grandi imprese. I "piccoli" hanno creato 900 milioni di nuovi posti di lavoro, l'85% dell'occupazione netta
IL DIFFERENZIALE/1
È il differenziale tra Italia e Germania nella creazione di nuovi posti di lavoro per le Pmi dal 2002 al 2010. Roma ha segnato +0,8% contro il +1,7% di Berlino. La performance migliore è stata segnata dalla Romania (+4,9%)
IL DIFFERENZIALE/2
In Germania il 27% delle Pmi ha usufruito di incentivi a sostegno dell'occupazione dalla fine del 2008 alla fine del 2010. In Italia la quota scende al 12%, in Francia si attesta al 15%, in Spagna al 7%
LA SPINTA DEI SERVIZI
È la quota di nuova occupazione nelle Pmi
nel settore dei servizi. La maggior parte
dei posti di lavoro è stata creata
da start up e imprese con meno
di cinque anni di vita
L'IMPATTO DELLA CRISI
È il calo medio annuo dell'occupazione nelle Pmi nel 2009/2010 rispetto al rallentamento dello 0,95% delle grandi imprese. Le aspettative per il 2011 sono indicate "in miglioramento"
LE PREOCCUPAZIONI
È il calo degli ordinativi la principale preoccupazione per le Pmi. La quota si riduce però al 45% nei Paesi più innovativi. Al secondo posto il ritardo dei pagamenti (49%). Chi innova è meno preoccupato (32%)

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