Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2012 alle ore 06:41.
«Purtroppo si tratta di uno scenario verosimile – commenta Sebastiano Venneri, responsabile nazionale per il mare di Legambiente –. Le navi sono fatte per galleggiare e non per scivolare sul fondo del mare: infatti la fauna e la flora marina nell'area del Giglio sono già aggredite dalle sostanze tossiche e dai materiali rilasciati dalla Concordia». Legambiente chiede un intervento urgente della Commissione europea, in aiuto delle istituzioni italiane, per scongiurare il pericolo di un disastro, il cui costo economico finale, in base alle stime del Sole 24 Ore, sarebbe superiore al miliardo.
Anche per l'assessore regionale all'Ambiente della Toscana, Annarita Bramerini, «non c'è tempo da perdere. Lo svuotamento dei serbatoi e la messa in sicurezza della Concordia sono prioritari. Non voglio neppure immaginare che qualcosa vada storto, anche se le previsioni meteo ci preoccupano – dice Bramerini –. È necessario che, in prospettiva, il governo vieti le rotte che attraversano aree tutelate, come nel caso del Parco nazionale dell'arcipelago toscano».
La più grande area marina protetta del Mediterraneo (57mila ettari) è in grave pericolo per «l'imprudenza, negligenza e imperizia» del comandante Schettino, come spiega l'ordinanza con cui il gip Valeria Montesarchio non ha confermato il fermo del comandante, optando per gli arresti domiciliari (una decisione contro cui la Procura farà ricorso). Nel provvedimento, Schettino è ritenuto responsabile per la velocità eccessiva (oltre 15 nodi), per il naufragio della Costa Concordia e per aver abbandonato la nave con ancora 300 persone a bordo. «Una sentenza coraggiosa», è il commento del difensore di quello che, al momento, insieme al primo ufficiale di plancia Ciro Ambrosio risulta l'unico indagato. «Schettino non era mai passato così vicino al Giglio prima di venerdì sera e si è assunto le sue responsabilità senza scaricarle», dice l'avvocato Bruno Leporatti nel tentativo di ridare un po' di reputazione al suo assistito. Ma la pratica degli "inchini", i passaggi sotto costa per rendere più spettacolare la crociera, è emersa con troppa evidenza e getta ombre anche sulle compagnie di navigazione e sulla reale capacità di controllo delle capitanerie.
«Quello che è accaduto – commenta il ministro Clini – è frutto di una consuetudine tollerata, ma non sostenibile». E una telefonata ben azzeccata, nel momento più drammatico del naufragio della Concordia, non basta a mettere le cose a posto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
I TRE SCENARI POSSIBILI
2
3
Lo scafo scivola
ma i serbatoi reggono
Lo studio dell'Ispra
In uno studio dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), consegnato in questi giorni al ministro dell'Ambiente Corrado Clini, vengono descritti tre possibili scenari di evoluzione del rischio inquinamento. Nel terzo, il più drammatico, si riprodurrebbero le condizioni causate in Nuova Zelanda dall'affondamento del mercantile Rena, con uccelli e pesci spiaggiati sulla sabbia nera
p La nave scivola dallo "scalino" su cui è appoggiata adesso fino a circa 80 metri di profondità, mantenendo però i serbatoi integri. Il carburante non si disperde e può essere recuperato con l'impiego di robot subacquei, la cui azione comunque avrebbe un impatto (anche se limitato) sull'ecosistema marino
La Concordia affonda
e le cisterne si rompono
p L'affondamento della Concordia provoca la rottura delle 15 cisterne che racchiudono quasi 2.400 tonnellate di olio combustibile. L'inquinamento conseguente sarebbe paragonabile all'incidente della nave da crociera Sea Diamond nel 2007 davanti all'isola greca di Santorini. L'impatto sull'ambiente sarebbe «fortemente aggressivo»
Il carburante esce
in modo non arginabile
pÈ l'ipotesi più catastrofica. Durante l'affondamento, la Concordia non subisce rotture esterne ma interne: il carburante invade tutta la nave e viene rilasciato nel mare in modo «continuo e prolungato», difficilmente arginabile. Il disastro sarebbe di proporzioni difficilmente immaginabili e non solo per la costa toscana
Permalink
Ultimi di sezione
-
Gli economisti
Perché preoccuparsi per la Francia?
di Paul Krugman
-
gli economisti
Krugman: il dibattito sull'austerity è politicizzato
di Paul Krugman
-
Italia
A Theory About European Naval Domination
di Paul Krugman
-
Italia
Una teoria sul predominio navale dell'Europa
di di Paul Krugman
-
IL PIANO JUNCKER
Gros: consumi prima che investimenti
di Daniel Gros