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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2012 alle ore 16:22.

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Se eBay ha potuto annunciare risultati molto positivi per il quarto trimestre fiscale chiuso al 31 dicembre – il fatturato della compagnia è aumentato del 35% rispetto allo stesso periodo del 2010 arrivando a 3,4 miliardi dollari – lo deve sostanzialmente alle proficue attività di Paypal, le cui entrate derivanti dalle transazioni internazionali effettuate sulla propria piattaforma di pagamento hanno superato per la prima volta quelle prodotte negli Stati Uniti.

La sussidiaria del sito di aste online più popolare al mondo può esibire inoltre numeri che spiegano bene quanto sia essa importante nell'economia del business di eBay: 106 milioni di account attivi (un milione i nuovi registrati ogni mese), ricavi in salita del 28% nell'ultimo trimestre e per la prima volta sono andati oltre il miliardo di dollari, incremento del 24% alla voce "total payment volume" (il volume complessivo delle transazioni online gestite), salita a 33,4 miliardi di dollari nell'ultimo periodo e ben oltre la barriera dei 100 miliardi per l'intero 2011. Di questi (118 miliardi di dollari per la precisione, la maggior parte scaturite dagli acquisti su eBay), circa 4 miliardi sono stati generati da device mobili, una cifra cinque volte superiore all'entità di pagamenti effettuati su PayPal via smartphone e tablet nel 2010 e destinata quest'anno – la previsione è a firma del ceo di eBay John Donahoe – a superare quota 7 miliardi.

Che la componente mobile sia quindi una priorità in casa PayPal è chiaro a tutti, e non solo perché gli attuali circa 17 milioni di clienti della piattaforma che regolarmente completano acquisiti in Rete dal proprio telefonino sono destinati a crescere ancora sensibilmente dopo il poderoso salto in avanti (erano 8 milioni a giugno 2011) registrato negli ultimi sei mesi.

Nell'agenda della società americana per il 2012 c'è però anche un'importante evoluzione nell'ambito dei pagamenti, che interessa da vicino sia merchant che consumatori e di fatto sancisce il ruolo centrale di telefonini e simili all'interno del punto vendita e nelle operazioni di pagamento offline. Il nuovo sistema "in store" che sta sviluppando PayPal funziona così: alla cassa, l'utente inserisce nel terminale Pos dell'esercente il proprio numero di telefonino e un apposito codice Pin e la transazione si completa con l'invio dello scontrino in formato digitale via email alla casella di posta del cliente (o via sms al telefonino). Senza che si abbia quindi in tasca portafogli, contanti e neppure l'inseparabile cellulare. Il progetto è ancora in una fase pilota – come tester è stata scelta la grande catena americana di prodotti per la casa Home Depot – e la sperimentazione è prevista possa estendersi a tutto il 2012. L'obiettivo di fondo è chiaro: rendere PayPal una piattaforma unica di pagamento universale, in grado di servire milioni di utenti (e migliaia di retailer) tanto online, da pc o mobile, quanto offline e nel mondo reale. E le prospettive in gioco sono state ben riassunte dallo stesso Donahoe con un semplice esempio: se anche solo due pagamenti su 100 fossero realizzati con PayPal nel mondo offline, per eBay questo significherebbe un raddoppio del giro d'affari complessivo.

Se fra le ipotesi c'è anche quella che vede eBay al lavoro su un'applicazione che consentirà di cercare i propri oggetti preferiti in mobilità per poi acquistarli sia online che in un negozio fisico (con PayPal a fare ovviamente da canale di pagamento preferenziale), ciò che appare evidente è il fatto che il sistema offline di cui sopra è assai diverso da quello che sta alla base dei borsellini elettronici di nuova generazione come il Google Wallet. L'utilizzo di smartphone e registratori di cassa compatibili con la tecnologia Nfc e il modello basato sulla comunicazione wireless fra cellulare e lettore ottico sono secondo PayPal solo una faccia del nuovo paradigma dei pagamenti mobili.

E il concetto l'ha spiegato chiaramente al Sole24ore.com Laurent Le Moal, responsabile dell'area Europa Centrale, Middle East e Africa per PayPal. «La risposta alle nuove tendenze dei comportamenti di acquisto dei consumatori, che non fanno ormai più distinzione fra il canale on e off line non può essere – questo l'assunto del manager – solo un telefono Nfc che abilita al servizio di mobile payment perché significherebbe costringere tutti, grandi retailer e piccoli merchant, a dotarsi di nuovi terminali Pos.

Per questo noi pensiamo che la nostra piattaforma debba essere al servizio sia dei device mobili e dei pc che del tradizionale punto vendita». E il valore aggiunto della proposta PayPal rispetto a quelle di una concorrenza sempre più nutrita? La risposta, anche in questo caso, è sulla carta più che logica e motivata: «la nuova soluzione di pagamento – ha assicurato infatti Le Moal – non è pensata solo per gestire le transazioni ma anche per gestire i dati dei clienti e dare al vendor gli strumenti di analisi adeguati per generare attività di direct marketing e campagne promozionali».

Ciò che si sta prefigurando all'orizzonte è insomma un negozio intelligente, dove il Pos diventa anch'esso un apparecchio smart – PayPal ha stretto in tal senso un accordo con Ingenico per integrare la propria piattaforma a bordo dei terminali del produttore senza necessità, per gli esercenti, di sostituire il lettore già in dotazione – che si erge a ponte di collegamento digitale fra venditore e consumatore finale.

Perché è l'infrastruttura che deve adeguarsi alle abitudini delle persone e non viceversa. «Gli utenti più giovani – ha spiegato in proposito Le Moal – di Paesi come Russia e Turchia entrano in Rete dai siti di social network, acquistano online tramite telefonino e per fare shopping non ricorrono alla tradizionale carta di credito». E sono questi, evidentemente, i comportamenti che vanno interpretati per sviluppare le piattaforme di pagamento di domani.

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