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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 12:32.

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La debolezza dell'economia italiana si protrarrà almeno fino a metà 2012.
La produzione industriale é calata dello 0,7% in dicembre, del 2,9% nel quarto trimestre e dell'1% nel 2011, «una dinamica coerente con una riduzione del Pil dello 0,7% nel quarto trimestre sul terzo». E' la stima del Centro studi di Confindustria nell'analisi mensile Congiuntura flash. «La contrazione della produzione industriale nel quarto trimestre - si sottolinea - accelera la riduzione del Pil; le attese restano negative e l'indice anticipatore Ocse non prelude a svolte prima dell'estate».

Prosegue, poi, il peggioramento del mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto l'8,6% a novembre (7,9% in agosto) e nel 2012 «rischiano di esserci forti ristrutturazioni nel manifatturiero, specie nei comparti dove é più ampia la distanza dei livelli di attività dai picchi pre crisi», come mezzi di trasporto, tessili, apparecchiature elettriche e legno. A fine 2011- spiega il rapporto - è salita al 25% la quota di imprese che si aspettano una riduzione del numero di addetti nei successivi 3 mesi ed è diminuita all'8,1% quella di quante ne prevedono un aumento. «Il deterioramento è in presa diretta con il crollo delle attese sulle condizioni economiche; mentre all'alba della recessione 2008-2009 le imprese erano state più ottimiste sul trattenimento dei lavoratori in azienda». La crisi dell'occupazione si riflette negativamente sulla spesa delle famiglie. A dicembre infatti «la fiducia dei consumatori è calata ai livelli del novembre 1993 e le previsioni sulla situazione economica della famiglia sono ai minimi dall'ottobre 1992». Le imprese intanto aumentano le scorte e ridimensionano gli investimenti.

Allarme credito
E' allarme anche sul fronte del credito che diventa sempre più selettivo. In Italia i prestiti alle imprese, specie piccole, sono in netta frenata e il costo del denaro è in decisa salita. Ciò è tra le cause della nuova recessione in cui è finita l'economia italiana, che risente anche dell'indebolimento dell'export, della diminuita fiducia di imprese e famiglie e dell'impatto delle ingenti manovre di riduzione del deficit pubblico (4,4 punti di Pil nel 2012 e altri 1,6 nel 2013) varate dal 2009 al dicembre scorso.

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