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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2012 alle ore 17:01.

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Con molta probabilità dovremo fare a meno di gesti eclatanti come la scarpa battuta su un tavolo da Nikita Kruscev all'Assemblea generale dell'Onu, così come delle fotografie di gruppo e del gossip sugli abiti dei leader, ma di sicuro si risparmierà denaro. Ormai anche per i meeting politici internazionali il futuro sembra essere all'insegna delle videoconferenze, sicuramente meno dispendiose e forse anche più efficaci degli incontri faccia a faccia.

Eurogruppo in teleconferenza
Ad aprire la breccia nel rigido protocollo dei summit è stata l'Unione Europea, che ha rimandato la riunione odierna dell'Eurogruppo, chiamato a decidere sui nuovi aiuti alla Grecia, spiegando che mancano ancora le condizioni per una decisione condivisa. Per poi aggiungere che il Consiglio lascerà posto a una teleconferenza: quest'ultima non sarà decisiva, ma aiuterà a far progredire il dibattito.


Ma cala l'impatto psicologico
Che impatto potrà avere la scelta di optare per la riunione via Internet sul futuro è difficile da dire, anche se sicuramente crea un precedente . «Per summit di carattere prevalentemente tecnico e con la partecipazione di molte persone, l'opzione della teleconferenza non penalizza la discussione e la capacità decisionale», commenta lo psicologo Germano Manco. «Diverso sarebbe in caso di riunioni con un numero ristretto di persone, in cui le sfumature corporee – dall'attenzione alla sudorazione – possono assumere una maggiore rilevanza nell'orientare le prese di posizione dei singoli e le decisioni finali».

Diverso il discorso per quanto riguarda l'eco mediatica: grandi riunioni che presentano leader sorridenti e in armonia tra loro spesso servono più a trasmettere un messaggio politico ai cittadini molto più importante dei contenuti affrontati durante gli incontri. »Da questo punto di vista gli incontri faccia a faccia sono insostituibili», aggiunge Manco, «ma è pur vero che immagini di grande sfarzo, magari condotte in luoghi isolati rispetto ai grandi centri urbani possono dare l'immagine di una corte che si riunisce in disparte per decidere ai danni dei cittadini».


Nelle grandi aziende cresce la voglia riunioni "virtuali"
Se per il mondo della politica siamo ai primi passi, tra le grandi aziende la videoconferenza costituisce un'alternativa alle riunioni tradizionali già da qualche tempo. Uno studio realizzato dalla London School of Economics e dalla Harvard Business School, pubblicato ieri sul Wall Street Journal, segnala che gli amministratori delegati delle aziende (500 quelli coinvolti) trascorrono un terzo del loro tempo (18 ore su una media di 55 ore settimanali di lavoro) in riunioni. Se la ricerca di efficienza è una strada imprescindibile nel nuovo contesto economico, su questo versante occorrerà fare qualcosa, magari ricorrendo proprio agli strumenti tecnologici.


Secondo una ricerca condotta negli Usa da Coleman Parkes Research per conto di Polycom, un terzo dei dirigenti ritiene che molte delle riunioni alle quali hanno partecipato potevano essere condotte mediante videoconferenza e poco meno della metà (45%) pensa che l'azienda possa risparmiare molti soldi preferendo questa soluzione agli incontri di persona. Alla comodità delle riunioni via Web va poi aggiunto il risparmio economico per le mancate trasferte, che assume un ruolo di rilievo in una situazione congiunturale difficile come quella attuale. Intanto il settore cresce: secondo l'ultima ricerca QView di Idc, nel terzo trimestre del 2011 il mercato della teleconferenza ha raggiunto un valore di 680,4 milioni di euro, con una crescita del 24,3% anno su anno.

Il nodo sicurezza
Sul decollo della videoconferenza pesa, tuttavia, il nodo sicurezza. È di poche settimane fa la notizia che Rapid7, ha scoperto una falla nei sistemi di videoconferenza che permette agli hacker di comandare la Webcam da remoto e registrare tutto quanto viene detto durante la videconferenza. A favorire le intromissioni è la sottovalutazione delle minacce da parte degli addetti informatici, spesso più attenti alla qualità dell'immagine e dell'audio, che alla sicurezza delle comunicazioni. Infatti, il pericolo viene meno quando si adottano sistemi in uso ai programmi di videoconferenza come l'impostazione di una password e la gestione centralizzata degli accessi. Ma in pochi ci prestano attenzione.

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