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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2012 alle ore 07:39.
Soluzione utopistica
Buongiorno, mi sono chiesto già un paio di volte perché non funzionano le varie forme di quantitative easing, né da un lato né dall'altro dell'Atlantico. Visto che i soldi si creano dal nulla con il credito perché non si prova a cambiare direzione? Invece di gonfiare le tasche degli istituti di credito che sono stati all'origine della crisi finanziaria globale, perché non si concede la nuova liquidità in mano al cittadino? Almeno questi lo utilizzerebbero per comprarsi ciò che gli serve per sopravvivere e non si creerebbe un mercato completamente distorto dai vari finanziamenti alle grandi industrie e multinazionali, che producono prodotti e servizi che a nessuno servono veramente. Ma forse questo capovolgerebbe tropo le gerarchie e non piace alle oligarchie e al mercato pianificato a modo di Udssr.
Dietmar Benedetti
Le banche hanno un problema reale e un obbligo derivante dalle regole di Basilea 2 e dalle richieste dell'Eba: aumentare i requisiti patrimoniali. Sono un po' strette nella morsa. La sensazione è però che sia esagerato nella direzione opposta
Lo spread cala, il tasso no
Non ho impresa ma volevo raccontarvi quanto succede in banca. Monitoro costantemente un istituto di credito al quale vorrei rivolgermi per chiedere un mutuo casa. Lo faccio da quando gli spread btp/bund erano oltre i 500 punti. Negli utlimi giorni c'è stata una vistosa flessione verso il basso del famoso spread, un pò in altalena ma sempre intorno alla soglia 350. Ora è vero che la situazione è tutt'altro che stabile ma ho notato che le condizioni di alcune banche non cambiano rispetto a qualche mese fa. Al 16 febbraio quindi, impaziente di vedere le condizioni al ribasso dello spread, ritorno a scaricare i fogli informativi e le condizioni di offerta della stessa banca. Purtroppo le variazioni non ci sono state: le condizioni sono le stesse di prima di Natale e per di più con validità sino al 15 marzo.
Mi chiedo dunque se questo sia tollerabile (ahimè purtroppo temo che sia legale) e se il bravo Monti possa intervenire in questi settori per mostrare, credo sia tempo, il suo impegno nei confronti di noi comuni cittadini in modo da sentirci attori di tutti i provvedimenti Italia e non solo di quelli che ci penalizzano.
Sarebbe sufficiente più trasparenza nella stipula dei contratti di mutuo e per esempio l'obbligo di applicare lo spread secondo un principio trasparente e non lasciato a libera gestione degli istituti , un pò come avviene con il tasso (il tasso applicato è quello del giorno in cui viene chiuso il contratto, e noi tutti, banca e privato, lo sappiamo sin da subito).
Per entrare nel merito del credit crunch aggiungo che molti amici stanno comprando casa con richiesta di mutuo e senza alcun rifiuto da parte di alcune banche, salvo chiudere dei contratti a tasso variabile perchè quelli a tasso fisso sono troppo onerosi (anche qui andrebbe applicata una regolamentazione. Quindi anche in questo tema è necessario fare delle riflessioni, anche se il mio caso riguarda i privati;
Vincenzo Amodeo
La poca trasparenza è un difetto endemico della nostra società. Anche il decreteo liberalizzazioni prevede preventivi scritti per tutte le categorie. Il cambio delle condizioni in effetti non è il massimo della trasparenza
L'importante è rientrare
Siamo un azienda che produce agroalimentari, il nostro fatturato è per il 90% in esportazione, da più di un anno non riusciamo a rifinanziarci per effettuare il normale ciclo produttivo, e da qualche mese la banca che ci concedeva una linea di credito di anticipazione su fattura, una volta rientrate le fatture con gli incassi dei clienti, non ha voluto più effettuare anticipi, mettendo l'azienda da un giorno a l'altro in difficoltà. «L'importante è rientrare» è la parola d'ordine, senza preoccuparsi di quello che accade all'azienda, ai suoi 350 dipendenti stagionali, al territorio. Paghiamo finché possiamo tasse, contributi e tutti gli oneri imposti e diamo da lavoro a centinaia di operai stagionali alimentando un indotto notevole. Si aggiustano le cose da un punto di vista contabile, ma crolla l'economia reale.
Logistica@agricomm.it
L'interruzioni delle consuetudini disorienta
Costi esorbitanti per i Rid
Sono titolare di una società che vende energia elettrica e gas metano nata nel 2010. Ho riscontrato problemi con alcune maggiori banche italiane, non tanto per la concessione del credito ma per poter incassare i Rid delle utenze presso di loro. Mi è stato chiesto un fido e la copertura di un consorzio, nonché costi di incasso spropositati (dagli 11 ai 20 € a Rid + 0,15% dell'importo incassato). Tutto questo senza richiedere alcuna linea di credito, ma solo per incassare. Per la mia attività i Rid sono indispensabili, altrimenti avrei una montagna di insoluti nei pagamenti.
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