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Questo articolo è stato pubblicato il 29 febbraio 2012 alle ore 08:24.

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Una moratoria a misura di PmiUna moratoria a misura di Pmi

«Una boccata d'ossigeno alle imprese, un set di strumenti importanti che non risolvono il problema del credit crunch ma danno un sollievo significativo alle nostre pmi». Emma Marcegaglia è seduta al tavolo accanto al presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, al ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, il vice ministro all'Economia, Vittorio Grilli e gli altri numeri uno delle organizzazioni imprenditoriali, dall'Alleanza delle coop a Rete imprese Italia, ad Assoconfidi.
Occasione: la firma delle "nuove misure per il credito alle pmi" che dovranno aiutare il mondo imprenditoriale in questa fase di scarsa liquidità, in una congiuntura recessiva, in cui la mancanza di finanziamenti rischia di portare a un circolo vizioso. «È un segno concreto di quello che siamo. Per le banche è una ritardata riscossione, un segnale di responsabilità che è stato possibile grazie agli azionisti, banche popolari, di credito cooperativo, fondazioni», ha detto Mussari. Sottolienando una consapevolezza: «Il sistema bancario italiano avrà futuro solo se lo avranno le nostre imprese».

Stavolta a firmare l'avviso comune è stato anche il Governo. «Il credito è uno dei capitoli fondamentali per far crescere l'economia», ha detto Passera, che si è anche soffermato sulle polemiche che le banche stiano utilizzando la liquidità fornita dalla Bce per acquistare titoli pubblici anzichè finanziare famiglie e imprese: «La destinazione ideale dei fondi raccolti dalle banche è all'economia reale, non c'è competizione», un concetto ripreso anche da Mussari e da Grilli.
Tra le imprese, comunque, la preoccupazione per il credit crunch è forte. «I dati indicano una contrazione di 20 miliardi dello stock del credito a dicembre. La risposta è non darsi colpe l'uno e l'altro, ma mettere in campo strumenti pragmatici», ha detto la Marcegaglia soddisfatta dei contenuti dell'intesa: «Dobbiamo ringraziare di questo l'azionariato delle banche italiane, dalle popolari alle fondazioni». Alle moratorie, ha ricordato la Marcegaglia, hanno aderito 220mila imprese per un totale di 65 miliardi di euro e 15 miliardi di rate sospese. Nell'accordo, ha detto, ci sono strumenti interessanti. Ma bisogna andare avanti: la Marcegaglia ha sollecitato la soluzione del problema dei ritardati pagamenti della Pa ed ha sollecitato strumenti per finanziare gli investimenti a medio termine delle imprese, anche coinvolgendo la Cassa Depositi e Prestiti. Sui pagamenti della Pa, Passera ha detto che il governo è pronto a recepire la direttiva Ue.

I PUNTI SALIENTI DELL'ACCORDO

I MUTUI
12 mesi

Operazioni di sospensione dei finanziamenti
L'accordo prevede la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo, e quella per 12 o 6 mesi della quota capitale prevista nei canoni di leasing "immobiliare" e "mobiliare".
Possono essere ammesse le rate dei mutui e delle operazioni di leasing finanziario che non abbiano già usufruito della sospensione prevista dall'Avviso comune del 3 agosto 2009. Le rate non devono essere scadute da oltre 90 giorni

L'ALLUNGAMENTO
270 giorni

Possibilità di spostare in avanti la scadenza
È prevista la possibilità di allungare la durata dei mutui, di prorogare fino a 270 giorni le scadenze a breve termine per esigenze di cassa, e di allungare fino a 120 giorni le scadenze del credito agrario di conduzione. Sono ammessi i mutui che non hanno beneficiato di analoga facilitazione con l'Accordo di febbraio 2011. Ammessi anche i mutui che beneficiano della moratoria attuale ma al termine del periodo di sospensione

I TEMPI
31 dicembre

Per le richieste c'è tempo fino a fine anno
Le richieste dovranno essere presentate dalle imprese entro il 31 dicembre 2012. alle banche che hanno aderito all'accordo comunicandolo all'Abi e impegnandosi a renderlo operativo entro 30 giorni. Le domande di allungamento dei mutui che al 31 dicembre prossimo dovessero essere ancora in sospensione potranno essere presentate entro il 30 giugno 2013

I PALETTI
50 milioni

Misure riservate alle piccole e medie imprese
Possono beneficiare delle misure le Pmi di tutti i settori, definite dalla normativa comunitaria. Devono avere meno di 250 dipendenti, fatturato minore di 50 mln di euro, oppure con totale attivo di bilancio fino a 43 mln di euro. Al momento della domanda devono essere "in bonis": non devono avere nei confronti dalla banca sofferenze, partite incagliate, esposizioni ristrutturate o esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni

LE RISPOSTE
30 giorni

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