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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2012 alle ore 06:43.

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No per 331 volte. Che siano discariche, rigassificatori, impianti elettrici non importa. La settima edizione dell'Osservatorio Nimby Forum che il Sole 24 Ore anticipa – verrà presentato oggi a Roma – fotografa un paese pieno di falle, ma soprattutto in stallo. Per la buona causa dell'ambiente? Non necessariamente. E poi chi ha detto che proteggere l'ambiente e favorire la crescita siano obiettivi in contraddizione?

Il ministro Corrado Clini ha le idee chiare sul punto e va avanti con il suo impegno «a fare in modo che le strategie per lo sviluppo sostenibile siano un'infrastrutturazione per le politiche di crescita dell'Italia». Ridurre le emissioni, per esempio «è un obiettivo non solo ambientale, ma anche di miglioramento della qualità della vita», dice. Ma sono molti altri i settori in cui intervenire: «Le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, il trasporto merci, la chimica verde, politiche imprenditoriali eco-friendly», elenca.

È un pensiero e un approccio ben lontano da quello della politica locale che, a destra e a sinistra, indistintamente, ormai da qualche anno ha preso a cavalcare la sindrome Nimby, ovvero Not in my backyard. Insomma se proprio ci sono progetti che devono andare avanti, che siano legati alle energie pulite o alla mobilità, che sia una pala eolica o una linea ferroviaria alta velocità non importa, basta che siano a debita distanza. E non c'è bisogno che il progetto sia partito o stia partendo: la sindrome Nimby parte nel 51% dei casi per progetti non ancora autorizzati e spesso allo stato di mere ipotesi.

Di questo passo l'Italia si blocca, come racconta la cartina del Nimby forum di fianco che non è disegnata con la tecnica dei pallini ma è piena di pallini che rappresentano i progetti contestati: nel 2011, come detto, sono diventati 331 e cioè il 3,4% in più rispetto al 2010. Di questi ben 163 sono i casi emersi nel 2011, mentre gli altri 168 sono ormai casi cronici, presenti nel database di Nimby ormai dal lontano 2004.

Dentro c'è di tutto, non solo i progetti che possono essere associati a ciò che produce inquinamento acustico, visivo, ambientale, ma anche quelli legati alle energie verdi: le tratte dell'alta velocità sono l'esempio più chiassoso di questi ultimi giorni, ma non mancano rigassificatori, inceneritori, cementifici, impianti di raffinazione, centrali termoelettriche, parchi eolici, impianti a biomasse sparsi per tutta l'Italia. Anzi entrando nel dettaglio le maggiori contestazioni sono per il comparto elettrico: i 177 impianti per la produzione di elettricità rappresentano il 53,5% sul totale delle opere rilevate nel corso della settimana edizione del Nimby forum.

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