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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 08:34.

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Non c'è pace per Telecom Italia, che cede in Borsa oltre il 3%. Appena trovato l'accordo sull'assetto di vertice, torna l'ombra del dubbio. Ieri il consiglio Telco, la holding partecipata da Telefonica, Mediobanca, Generali e Intesa-Sanpaolo che ha il 22,5% della compagnia assicurativa, si è riunita per varare la lista di maggioranza da proporre per il rinnovo del consiglio alla prossima assemblea del 12 aprile.

Nessuna sorpresa a riguardo: l'elenco riflette la riconferma di tutti gli amministratori uscenti con l'aggiunta di Marco Patuano, responsabile dell'operatività sul mercato domestico, che è stato individuato quale prossimo ad con delega specifica proprio sul mercato domestico che si è rivelato essere il punto debole nei conti del gruppo.
L'elenco dunque comprende, oltre a Patuano, l'attuale ad Franco Bernabè che, nei programmi, assumerà la carica di presidente esecutivo con ampie deleghe che spaziano dai rapporti con l'Authority, alla comunicazione istituzionale, all'amministrazione-controllo-finanza, alle operazioni straordinarie, al coordinamento delle controllate, tra cui Telecom Italia media che ha in pancia la tv La7. Il nuovo assetto è una «buona soluzione» ha commentato in serata il ceo di Intesa, Corrado Passera.
Per il resto gli spagnoli, che formalmente non hanno voce in capitolo sulla governance di Telecom, esprimono due rappresentanti nel board, il presidente Cesar Alierta e il ceo Julio Linares. Mediobanca conferma la presenza di Renato Pagliaro, nel frattempo divenuto presidente dell'istituto, e come "indipendente" di Tarak Ben Ammar. Generali ricandida come consigliere il vice-direttore generale Aldo Minucci, Mauro Sentinelli e Jean-Paul Fitoussi. Intesa-Sanpaolo ripresenta il direttore generale per l'area corporate Gaetano Miccichè ed Elio Catania. Infine, indicato di comune accordo tra i soci italiani, anche il presidente uscente Gabriele Galateri.

Sarà poi il nuovo consiglio, eletto dall'assemblea, a distribuire le deleghe e a designare il direttore generale, figura che non era presente nell'organigramma del passato triennio. I soci italiani di Telco avevano già individuato per l'incarico l'ad di Tim Brasil, Luca Luciani, che avrebbe assunto la responsabilità di tutta l'area strategica dell'America latina, inclusa dunque l'Argentina. La notizia che sia stato indagato nell'ambito dell'inchiesta sulle Sim fasulle condotta dal pm aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, getta però un'ombra sulla sua candidatura. Nel 2005 Luciani era già stato ascoltato dai pm di un'altra procura sul fenomeno delle carte Sim, senza che si sapesse di indagini a suo carico. Fino al 12 aprile, comunque, il problema non si pone. Per ora Telecom si è limitata a un commento laconico: la società «apprende dalla stampa che al dottor Luca Luciani sarebbe stato notificato in data odierna un avviso di garanzia per preliminari ipotesi di reato connesse alla vicenda delle sim illegali» e «attende lo sviluppo delle indagini appena avviate».

Nel frattempo toccherà ancora al collegio sindacale dare una valutazione del rapporto Deloitte, che esamina anche il caso delle Sim fasulle, in vista dell'assemblea. La relazione dei sindaci sarà depositata entro fine settimana.

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