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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 09:43.

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Intesa pronta a sostenere un cordata italiana per ParmalatIntesa pronta a sostenere un cordata italiana per Parmalat

Il progetto per una possibile cordata alternativa italiana per rilevare la Parmalat, in contrapposizione all'offerta della francese Lactalis, troverebbe sicuramente l'interesse del sistema finanziario nazionale. Il Ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ha fatto sapere che il gruppo che sta lavorando a un ipotesi di questo tipo insieme a Ferrero. Parlando a margine di un incontro al museo Maxxi di Roma, il banchiere ha rilevato come «se ci sono progetti industriali seri, trovare crediti e supporti finanziari non sia un problema». E ha aggiunto: «Percepiamo un crescente interesse di fronte a questa possibile operazione».

La presidente di Confindustria Marcegaglia: pronti ad aiutare soluzione italiana
La stessa presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha sottolineato che «Ferrero è una grande impresa multinazionale, ha grandi capitali, grandi possibilità. Se ci fosse una soluzione italiana» per Parmalat «saremmo molto felici e pronti anche ad aiutare in
questo senso». Così la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sulla partecipazione della Ferrero alla cordata per l'acquisto di Parmalat che vede «molto bene. Abbiamo detto che nel rispetto delle regole auspichiamo una soluzione italiana».

Passera: «Serve un impegno finanziario rilevante»
Tornando a Intesa Sanpaolo, chi gli chiedeva se nel progetto alternativo ai francesi ci fosse un investimento finanziario pari o superiore a quello della Lactalis, Passera ha risposto evitando di entrare nei dettagli ma ha rilevato che, nel caso, «ci dovrebbe essere un impegno finanziario importante e adeguato. Nessuno ha in mente di pensare al futuro di Parmalat senza investire». Per questo, secondo il consigliere delegato, un'ipotesi Ferrero dovrebbe presupporre un impegno diretto dell'azienda piemontese: «Loro - ha spiegato - hanno fatto affermazioni inequivocabili, a un progetto industriale di lungo periodo potrebbero essere interessati e questo è uno dei presupposti su cui stiamo lavorando, non l'unico ma il più rilevante».

Promosso il decreto anti-scalate
«Il fatto di avere un po' di tempo - ha aggiunto facendo riferimento al decreto anti scalate varato dal Governo - è uno dei presupposti positivi che oggi abbiamo». A chi gli chiedeva poi delle critiche mosse ieri dal comitato direttivo di Confindustria sul decreto antiscalate varato dal governo ha risposto: «Dare del tempo in talune situazioni a più alternative di per sè non è un'iniziativa sbagliata. Quando c'è di mezzo il passaggio di controllo di aziende rilevanti, assicurarsi che ci possano essere operazioni di mercato alternative, mi sembra un modo di affrontare la cosa in maniera costruttiva e corretta».

Sulla linea di Palenzona
Nei giorni scorsi, Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit, l'altra grande "banca di sistema", si era espresso a favore di un'eventuale aggregazione fra il gruppo Ferrero e la Parmalat. Palenzona aveva spiegato come Piazza Cordusio, fatto salvo che la decisione spetta all'ad Federico Ghizzoni, «potrebbe appoggiarla» ritenendola «profittevole per la banca».

Ferrero propone un'alleanza a Lactalis..
Intanto la trattativa va avanti. Il quotidiano francese Les Echos ha scritto di un incontro tra i vertici di Lactalis e Ferrero martedì a Parigi. In questo meeting si è discusso dell'ipotesi di stringere un'alleanza per il controllo del gruppo Parmalat. Secondo il quotidiano francese, Ferrero prima avrebbe offerto a Emmanuel Besnier, patron del gruppo francese, di acquisire per 1,5 miliardi il 29% di Parmalat comprato da Lactalis recentemente, ma questi avrebbe rifiutato. Gli italiani avrebbero, quindi, fatto una seconda offerta, ovvero la creazione di una holding comune per controllare il gruppo di Collecchio, a cui avrebbero potuto associarsi altri investitori come Granarolo, Intesa, Unicredit e Mediobanca. Lactalis non ha commentato l'indiscrezione, ma fonti vicine all'operazione hanno detto che il gruppo é aperto «a tutte le discussioni per arrivare a una soluzione che permetta di accompagnare e di partecipare allo sviluppo di Parmalat».

...e francesi aprono all'alleanza con altri investitori
E proprio in mattinata, Lactalis ha aperto a altri soci: «Crediamo che anche altri azionisti possano condividere il nostro progetto e contribuire al successo» di Parmalat, ha affermato il deputy general manager di Lactalis e presidente del gruppo Lactalis Italia, Antonio Sala, aprendo di fatto ad un'alleanza industriale con altri investitori.

La scalata dei francesi
L'azienda francese intanto ha completato l'acquisto delle azioni Parmalat in portafoglio ai fondi Zenit, Skagen e Mackenzie. Nel dettaglio il gruppo francese ha rilevato il 5,37% del capitale Parmalat al prezzo di 2,80 euro per azione mentre il restante 9,37% é stato acquisito allo stesso presso dalle controparti dei contratti di equity swap stipulati dal gruppo Lactalis. Con l'acquisto completato, il gruppo Lactalis - informa un comunicato - detiene un partecipazione diretta in Parmalat pari al 13,97% ed una partecipazione potenziale pari al 15%. I contratti di equity swap sono stati firmati da Lactalis con Societe generale per un totale del 7,50% di Parmalat e un terzo con Credit Agricole per un altro 7,50% del capitale Parmalat.

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