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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2011 alle ore 14:18.
Dal punto di vista della tutela del risparmio potrebbe essere utile riportare da Borsa spa a Consob l'ammissione a quotazione?
È un punto interessante. Il cosiddetto listing, il potere di ammissione a quotazione, una volta era di pertinenza della Consob, poi è passato alla società che gestisce la Borsa. È arrivato il momento di discutere, senza pregiudizi, se sia opportuno un ritorno al passato. A mio parere, un soggetto neutro, pubblico, può svolgere una valutazione più equilibrata e disinteressata, perché non ha un ritorno da un punto di vista economico. Oggi la società che si vuole quotare, paga una serie di commissioni, a volte sono spese fisse, che per le società piccole possono essere molto onerose. E poi c'è il discorso delle piattaforme: oltre alla piattaforma Borsa ci sono anche altre piattaforme informatiche che stanno diventando sempre più importanti. Un'ammissione a quotazione fatta dall'organismo di controllo potrebbe permettere di valutare adeguatamente anche l'attendibilità delle imprese, a prescindere dalla piattaforma sulla quale si quotano.
Le grandi fusioni di Borsa aiutano o no?
I sistemi di Borsa più sono grandi, più sono competitivi a livello globale, anche se l'aggregazione tra Milano, Londra e Toronto vale come un sottomultiplo di San Paolo in Brasile. Se vogliamo che i nostri prodotti siano trattati, ci vuole una piattaforma ampia, che soddisfi i gusti degli investitori e che porti effettivamente ad una maggiore domanda di titoli. Se ampliamo la piattaforma, ma i costi non diminuiscono e i volumi non aumentano, bisogna porsi qualche problema.
Come vanno i tavoli di confronto tra Consob e gli operatori?
Abbiamo messo insieme i risparmiatori, i produttori e anche i rappresentanti del mondo accademico. Il primo problema è il recupero di competitività. La seconda questione è come garantire un migliore incontro tra domanda e offerta di risparmio. Il terzo è la semplificazione delle procedure. Considerando che le banche in futuro potrebbero avere qualche difficoltà di finanziamento, questo potrebbe essere il momento buono per riavvicinare il risparmiatore all'investimento diretto in Borsa. Ma dal momento che, come diceva Luigi Einaudi, il risparmiatore ha cuore di coniglio, gambe di lepre e memoria di elefante, è essenziale far sì che nel futuro non si verifichino più episodi che lo inducano a mantenere questo giusto atteggiamento. Dunque, maggiore sorveglianza, maggiore tutela e maggiore semplicità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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