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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2011 alle ore 18:54.
«La sola che cosa che a noi interessa in questo caso è che le regole europee sulla concorrenza e la libera circolazione dei capitali, di cui noi siamo guardiani, siano rispettate». Questa è l'opinione del commissario Ue al Mercato interno, Michel Barnier, che nel pomeriggio ha incontrato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, con cui ha affrontato il caso Parmalat-Lactalis e le norme anti-Opa messe in campo dal governo italiano. «Come fatto a suo tempo con la Francia - ha spiegato Barnier - abbiamo avviato con le autorità italiane un dialogo amministrativo».
Barnier ha dichiarato di avere fiducia che sul caso Parmalat le decisioni del Governo italiano «saranno prese nel rispetto delle regole delle procedure Ue del mercato unico e di concorrenza». Barnier ha confermato di aver parlato a margine della riunione Ecofin con il ministro Giulio Tremonti del caso Parmalat e delle misure prese dal governo.
La Commissione europea ha inviato alle autorità italiane una richiesta formale di informazioni sulle norme anti-scalate che il governo italiano sta attuando per frenare l'avanzata dei francesi nelle società italiane, come Parmalat e Edison.
In giornata è arrivata anche la presa di Joaquin Almunia. Per il commissario Ue per la concorrenza, il mercato unico europeo deve essere mantenuto «aperto e competitivo» senza erigere «barriere protezionistiche». È in quest'ottica che la Commissione europea «sta esaminando» se l'operazione Lactalis-Parmalat può essere messa in discussione nel quadro della supervione Ue sulle fusioni.
«Resto fermamente convinto - ha proseguito Almunia - che un sistema di controlli europeo sulle fusioni debba essere ancorato alle sue regole e ai suoi obiettivi, indipendentemente dalla nazionalità delle compagnie interessate». «L'articolo 21 del Regolamento sulle fusioni - aggiunge - consente agli stati membri di tener conto legittimamente dell'interesse pubblico in casi come la pluralità dei media, la sicurezza pubblica e le regole prudenziali».
In base al decreto governativoParmalat ha rinviato l'assemblea soci prevista per il 12-14 aprile fino a giungo, impedendo così a Lactalis (azionista al 29% dell'azienda di Collecchio) di prendere il controllo del gruppo e dandosi del tempo in attesa che si formi una cordata di investitori italiani. Su questo fronte peraltro proseguono le trattative. L'a.d. di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, secondo quanto risulta a Radiocor, ha incontrato vertici di Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca per una panoramica sullo stato della cordata italiana. Al vertice hanno preso parte Fabio Cané e Gaetano Micciché per Intesa Sanpaolo, Piergiorgio Peluso e Giulio Pascazio per Unicredit, e Clemente Rebecchini e Alberto Rosati per Mediobanca.
Nell'occasione é stato fatto un giro di orizzonte sul dossier Parmalat. Tutte le ipotesi restano in campo, sia un ruolo di Granarolo, sia la possibilità o meno di un'Opa sulla società, ma anche l'ingresso di altre banche e di fondi di private equity nell'operazione. A questo punto sia attende lunedì quando l'assemblea della Cassa Depositi e Prestiti sarà chiamata a cambiare lo statuto compiendo il primo passo verso il fondo strategico voluto dal governo. Sempre lunedì, con ogni probabilità, sarà resa nota la decisione del Tribunale di Parma sulla richiesta di sospensione della delibera con cui l'ultimo cda di Parmalat ha rinviato a fine giugno l'assemblea degli azionisti.
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