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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2011 alle ore 07:48.

Il rialzo dei tassi quanti benefici porterà ai margini reddituali?
Per noi, un rialzo dei tassi dell'1% vale 300-400 milioni di utile in più. Ma quello che più conta è che anche in Italia stiamo svoltando. Sul retail non siamo secondi a nessuno sul lato dei ricavi. E intendiamo agire sui costi, non solo attraverso i tagli ma anche con un'ottimizzazione dei processi.
L'Est Europa e la Germania continuano a tirare?
La Germania, dove siamo la seconda banca del Paese, crescerà quest'anno del 2,8%. L'Austria di oltre il 2%. E si tratta di due Paesi con rating tripla A, con evidenti vantaggi per noi in termini di costo del funding per il gruppo. In Europa dell'Est, la crescita del Pil è del 3-5% nei principali Paesi in cui siamo presenti: Polonia, Turchia, Russia.
A dieci anni dall'acquisto di Pekao in Polonia, che consuntivo può fare dell'esperienza nell'Est Europa?
Si è trattato di una scelta strategica fondamentale per UniCredit, di cui va dato merito ad Alessandro Profumo. Se guardiamo ai tassi di crescita del Pil in Italia (1-1,3%) e a quelli in Est Europa (4-5%), capiamo quanto sia fondamentale avere una presenza diversificata.
In Ucraina e Kazakistan però le cose vanno male.
È vero. Infatti stiamo lavorando per riorganizzare le banche in quei due Paesi, che oggi mostrano segnali di ripresa.
Venendo all'Italia, si parla molto di un nuovo ruolo «di sistema» dell'UniCredit nell'era Ghizzoni. Una virata netta rispetto alla banca di mercato di Profumo? Ma soprattutto: cosa intende quando parla di banca di sistema?
Premetto che noi vogliamo prima di tutto fare banca ed essere un'impresa che cresce. Per farlo dobbiamo tenere conto del contesto in cui operiamo che oggi è diverso da quello pre-crisi. Che è stata una crisi di valori, non solo una crisi finanziaria. Seconda premessa: io ho lavorato per 18 anni all'estero e da sempre sento ripetere che l'Italia è un Paese di invidualisti, che non ha capacità di fare sistema. Un Paese che perde nel confronto con francesi o tedeschi.
E allora una grande banca cosa può fare?
Torniamo al concetto di leadership e di responsabilità. UniCredit può contribuire alla crescita del Paese e del sistema economico e imprenditoriale. Contribuendo alla politica industriale. Penso ad esempio al tema principale: favorire la crescita delle imprese.
In che modo?
Abbiamo due aree su cui lavorare. La prima è di sostenere quelle aziende che hanno nel loro Dna la possibilità di effettuare un salto dimensionale. Ancora: in alcune filiere produttive e in alcuni distretti, promuovere aggregazioni tra imprese. Seconda area d'intervento: favorire l'internazionalizzazione delle aziende. È vero che siamo grandi esportatori ma tuttora il 70% delle imprese esporta in un solo Paese. Aumentare e diversificare i mercati di sbocco è fondamentale e UniCredit è il candidato naturale a favorire questo processo. Non solo nei 22 Paesi dove abbiamo fatto acquisizioni, ma anche in realtà importanti dove siamo presenti come Cina, Usa, Giappone e Regno Unito. Ovviamente, questa è una responsabilità verso il sistema-Paese ma è anche un'opportunità di guadagno per la banca e quindi d'interesse per gli azionisti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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