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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2011 alle ore 18:14.
L'assoluzione di Bank of America, Citigroup, Deutsche Bank e Morgan Stanley dall'accusa di aggiotaggio sul titolo della vecchia Parmalat segna indubbiamente una battuta d'arresto per la Procura di Milano. L'unica falsa comunicazione al mercato che avrebbe potuto configurare il reato di aggiotaggio era il comunicato stampa di Bank of America del 1999 per la cosiddetta operazione di ricapitalizzazione di Parmalat Brasil, ma a causa della legge Cirielli intervenuta durante il processo, che ha dimezzato i termini di prescrizione del reato, quell'episodio è venuto a cadere.
La Procura allora ha cercato di stiracchiare l'impianto accusatorio agli episodi avvenuti a partire dal 2001, cioè con l'introduzione della legge 231 sulla responsabilità civile degli amministratori, ricomprendendo nell'aggiotaggio la stesura degli information memorandum, i documenti informativi su Parmalat riservati agli investitori istituzionali, che erano stati redatti da Bank of America. Ma il giudice ha ritenuto che tali documenti non fossero assimilabili a comunicazioni al pubblico e ha assolto i manager di Bank of America perché il fatto non sussiste, così come ha prosciolto per non avere commesso il fatto i manager di Citigroup, Deutsche Bank e Morgan Stanley.
La partita giudiziaria vera, però, è quella che si sta giocando contestualmente a Parma, dove queste e altre banche d'affari sono state portate in giudizio per il reato ben più grave di concorso in bancarotta aggravata. Al di là delle facili suggestioni, la sentenza assolutoria di Milano non dovrebbe influire in alcun modo, né sul piano logico né su quello giuridico, sulle accuse formulate dai magistrati della Procura di Parma guidati da Gerardo Laguardia. Un conto sono le false comunicazioni al mercato per condizionare favorevolmente l'andamento del titolo in Borsa, un altro le responsabilità per aver contribuito al dissesto della società. In sostanza, gli stessi episodi per i quali le banche sono state assolte dal reato di aggiotaggio a Milano potrebbero costituire motivo di condanna per quello di bancarotta a Parma.
Questo il calendario dei processi attesi nel capoluogo emiliano. A breve comincerà il dibattimento contro gli ex manager di Citigroup, l'unica banca a non avere transato in sede civile con il commissario straordinario della Parmalat, Enrico Bondi. In giugno dovrebbe andare in dibattitmento il processo contro i manager di Deutsche Bank, Morgan Stanley e Ubs, per le emissioni Parmalat effettuate nel 2003, i cosiddetti bond della disperazione. Nello stesso mese sarà ascoltato sempre a Parma l'ex direttore finanziario di Collecchio, Fausto Tonna, nell'ambito del processo contro i manager di Bank of America, tra i quali Luca Sala. Sono prossime alle conclusioni le indagini preliminari dell'inchiesta contro i manager di Crédit Suisse. E' tuttora in fase di indagini preliminari il procedimento sul programma di emissioni medium term notes di UniCredit a favore di Parmalat. E' invece attesa entro l'anno la senteza per il processo Ciappazzi, che vede imputato l'ex presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, dimessosi da poco dalla presidenza delle Generali.
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