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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 14:16.

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L'assemblea di Generali ha dato via libera ai conti 2010 della compagnia. A favore del bilancio ha votato anche Bollorè. Lo ha detto lo stesso finanziere ed industriale francese a Radiocor: «Le società del gruppo Bolloré detenenti 2,3 milioni di azioni hanno votato favorevolemente a tutte le risoluzioni». «È il tempo della concordia e di lavorare assieme», ha commentato Bolloré, che fino a questa mattina aveva voluto mantenere la suspence sulle sue intenzioni di voto, dopo essersi astenuto nel cda del 16 marzo sul voto al bilancio, per le sue perpellsità sulla vicenda Ppf.

Dopo il via libera ai conti, l'assemblea delle Generali ha approvato la proposta avanzata in assemblea da Mediobanca, primo azionista della società, di ridurre il numero di componenti del consiglio di amministrazione a 17 membri, senza quindi procedere alla sostituzione di Ana Botin, che si è dimessa dal board a inizio aprile. Il cda di 19 membri nominato lo scorso anno era già sceso a 18 con le dimissioni a marzo di Leonardo Del Vecchio, di cui pure si era decisa la non sostituzione.

In precedenza, rispondendo alle domande degli azionisti nel corso dell'assemblea, il ceo Perissinotto, ha sottolineato che "la politica di una remunerazione adeguata del capitale è un obiettivo primario della società" e per questo il dividendo è stato triplicato negli ultimi tre anni, passando da 0,15 a 0,45 euro, andando quindi a "premiare la fedeltà degli azionisti". In risposta alle critiche dei soci, ma anche a recenti articoli di stampa sull'argomento, il ceo si è soffermato sulla performance in Borsa del titolo, che – ha detto - ha risentito dell'"andamento penalizzante dell'intero settore e particolarmente della Borsa italiana". Importante è "non fare confusione tra andamento di Borsa e andamento della società che è buono", tanto che "in un momento di grande difficoltà non ha chiesto soldi ai soci per superare la crisi e ha pure aumentato il dividendo".

Secondo il ceo, i paragoni – ritenuti sfavorevoli nei confronti di Generali - spesso fatti con i concorrenti si sono basati su indicatori "superficiali", mentre andrebbero tenuti in considerazione il combined ratio, il rapporto tra risultato operativo e riserve tecniche e il valore della nuova produzione, che vedono le Generali in linea, se non in posizioni migliori, rispetto ai big della concorrenza. Sulla redditività, ha poi inciso anche il peso della tassazione, con imposte consolidate per oltre 900 milioni di euro sul 2010, quasi il doppio rispetto al 2009. "Abbiamo un tax rate superiore alla concorrenza anche a causa della pressione fiscale in Italia", ha indicato il ceo, precisando che l'aliquota per le Generali in Italia è in media di 10 punti superiore a quella ad esempio della Svizzera. Sulla partecipazione all'aumento di capitale da 5 miliardi di euro di Intesa Sanpaolo, di cui il Leone è socio con il 4,79%, Perissinotto ha ribadito che con il venire meno dell'accordo industriale di bancassurance tra i due gruppi, la quota è "un investimento finanziario e quindi gestito da manager solo in un ottica di creazione di valore". Sarà dunque su questa base che "si deciderà sulla partecipazione o meno all'aumento di capitale".

Il ceo ha difeso l'importanza degli investimenti nel settore immobiliare, per la redditività e il ruolo di protezione anti-inflazione e ha messo in evidenza l'importanza dell'asset management, dove il gruppo vuole crescere per "colmare il gap nel settore con i concorrenti". Il focus è sul Sud-Est Asiatico, dove il gruppo sta dando forte impulso alle posizioni assunte a Singapore e Hong Kong, attraverso Bsi, forte ora di uno staff di 250 persone nell'area e con una raccolta arrivata a 9 miliardi di dollari, superiore alle attese, tanto che gli obiettivi che erano di arrivare a 15 miliardi "potranno essere aumentati a 20 miliardi". Tra Banca Generali e Bsi l'attesa – ha detto il ceo - è di un aumento dei profitti del 25-30% l'anno. Le Generali non prevedono acquisizioni ("meglio puntare su investimenti nelle proprie strutture che portano più valore"), ma se si presentassero occasioni di "nicchia" verranno valutate. Su Ntv la società ferroviaria fondata da Luca di Montezemolo, Perissinotto ha detto che ha "tutte le caratteristiche per diventare società quotata in Borsa, con prospettive molto interessanti. Le Generali hanno il 15%, con un investimento di 60 milioni.

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