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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 07:54.

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Il doppio gioco sui derivati dal Pirellone a NapoliIl doppio gioco sui derivati dal Pirellone a Napoli

di Claudio Gatti
I derivati, simbolo della finanza creativa, dovevano essere una manna per gli enti territoriali italiani ma lo sono stati solo per le banche internazionali che li hanno promossi. E che hanno incassato profitti da favola. Come da favola sono stati i compensi pagati - in buona parte su conti offshore - ai consulenti che si interfacciavano con gli amministratori pubblici.

Figure di mezzo al centro di svariate indagini giudiziarie come i fratelli Maurizio e Gianpaolo Pavesi, attivi dal lontano 1996, quando parteciparono alla prima emissione obbligazionaria della storia degli enti territoriali italiani, quella dei cosiddetti Bassolino Bond, dal nome del sindaco che li introdusse.

Considerati gli apripista del settore, Maurizio e Gianpaolo Pavesi hanno lavorato per dieci anni in esclusiva per Merrill Lynch. Il Sole 24 Ore ha calcolato che, con il loro aiuto, la banca d'affari newyorkese ha promosso un'abbuffata di emissioni obbligazionarie e swap con enti territoriali italiani per un totale di oltre 13 miliardi di dollari. Poi i Pavesi sono passati a lavorare per Ubs. E in particolare con Gaetano Bassolino, responsabile per gli enti pubblici del colosso bancario svizzero e figlio di Antonio, il politico che da sindaco di Napoli lanciò il trend dei bond municipali proprio assieme ai Pavesi.

Le indagini a Milano
Il primo a investigare sui due fratelli è stato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, che ha aperto un'indagine per truffa aggravata nell'emissione dei "Pirellone Bond", le obbligazioni della Regione Lombardia. Coadiuvato dal Nucleo di polizia tributaria di Milano e dal professore di Matematica finanziaria dell'Università del Piemonte Gianluca Fusai, Robledo ha concluso che in quell'operazione le banche hanno ottenuto un profitto illecito di oltre 93 milioni di euro e che ai Pavesi è stata pagata una provvigione pari a circa l'1% di quei guadagni – per l'esattezza 959.200 euro. Bonificati su un conto offshore.
Poiché l'emissione era del 2002, è subentrata la prescrizione. Ma se il fronte penale è chiuso, a Milano si sta invece aprendo quello civile. «Stiamo preparando un'azione di carattere civile, già affidata a uno studio legale inglese, perché ritieniamo che gli imputati del procedimento penale abbiano recato danno alla Regione violando normative finanziarie italiane e inglesi», rivela al Sole 24 Ore Sergio De Sio, uno degli avvocati della Regione.

Inchieste a Bari e a Firenze
Dopo Robledo, a aprire un'inchiesta sui Pavesi sono stati il procuratore di Bari Antonio Laudati e, l'estate scorsa, anche il sostituto procuratore di Firenze, Luca Turco. Al centro dell'attenzione degli inquirenti è il rapporto tra i Pavesi e gli amministratori pubblici. Dalle carte rinvenute nelle perquisizioni sono infatti venuti alla luce legami molto stretti.

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