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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2011 alle ore 14:48.

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Una ristrutturazione del debito greco rischierebbe di mettere sotto pressione il bilancio della Bce. A meno di una rivalutazione delle riserve auree (stimate in 367 miliardi di euro), un'operazione di questo tipo potrebbe costringere l'Eurotower a una ricapitalizzazione. Questo è lo scenario dipinto nel recente Weekly economic monitor di Intesa Sanpaolo. Il rischio di dover affrontare una ricapitalizzazione è legato all'esposizione dell'Eurotower in titoli di stato greci, recentemente degradati a livello spazzatura dall'agenzia di rating Moody's, che gli analisti della banca italiana stimano in 45 miliardi di euro.

Si tratta di una stima e come tale potrebbe essere in difetto come in eccesso. La Bce infatti non fornisce indicazioni su quanti bond di questo o quel paese ha a bilancio. Gli unici dati che si conoscono sono il totale di titoli governativi acquistati nell'ambito del security market program (il piano di acquisti di bond lanciato all'indomani del salvataggio della Grecia) e il totale dei collaterali, cioè i titoli accettati come garanzia a fronte di finanziamenti alle banche.

A dicembre 2010 il totale dei bond governativi acquistati dalla Bce era di 74 miliardi e 500 milioni di euro. È presumibile che la gran parte di questi sia rappresentata da titoli dei paesi periferici, in primis la Grecia, i più colpiti dalla crisi dei debiti e quindi dalla speculazione. A questi, che la Bce deve detenere fino a scadenza, vanno aggiunti i collaterali.

Come emerge dal rapporto annuale pubblicato lo scorso 2 maggio, i titoli di stato accettati come garanzia rappresentano il 13% degli oltre 2000 miliardi e 10 milioni di collaterali accettati dalla Bce a fronte di prestiti al sistema creditizio. A conti fatti 261 miliardi di euro. Quanti di questi sono bond di Atene? Difficile dirlo, ma è probabile che siano una quota importante. Le banche più dipendenti dai finanziamenti della Bce sono infatti quelle greche (ne hanno chiesti per 90 miliardi, pari al 18% dei loro asset). Queste a loro volta sono le più esposte verso il debito pubblico del loro paese. Ne detengono il 16%, secondo l'ultima review di Fmi e commissione Ue ed è molto probabile che lo usino, finché sarà possibile, come garanzia per ottenere prestiti dalla Bce.

Alla luce di questi dati gli analisti di Intesa Sanpaolo ipotizzano che l'esposizione della Bce in titoli di stato greci sia di 45 miliardi di euro. Si tratta, lo ricordiamo, di una stima. Tuttavia è un numero utile per calcolare le eventuali perdite in caso di ristrutturazione. Prendiamo in esame l'ipotesi più drastica: una riduzione del valore nominale dei titoli greci del 60% (il cosiddetto haircut). In questo caso la perdita secca sarebbe di 27 miliardi di euro. Numeri importanti che fanno capire come mai all'Eurotower (vedi le interviste che i consiglieri Bini Smaghi e Jürgen Stark al Sole 24 Ore) vedano come fumo negli occhi la ristrutturazione del debito di Atene.

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